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Solitamente i Teenage Fanclub sono tenuti in palmo di mano dalla critica. Un fatto che non sorprende, se si pensa che il gruppo scozzese può vantare nel proprio repertorio brani come il magnifico Everything Flows, primo singolo dato alle stampe nel 1990 e tra i capisaldi del suono “indie”, e album quali 'Bandwagonesque', 'Thirteen', 'Grand Prix' e 'Songs From Northern Britain', gioielli di melodia e distorsione che strizzavano l’occhio in maniera personalissima agli adorati Big Star, Byrds e Beach Boys.
Con tutti questi anni alle spalle, non deve essere stato semplice mantenere alto il livello di scrittura, e infatti non è mancato anche qualche passo falso: ad esempio (diciamolo), l’ultimo Lp, 'Shadows', uscito nel 2010, era un disco noiosetto e sottotono. Il nuovo 'Here' testimonia la grandezza di una band che, pur non disdegnando ritmi più o meno incalzanti (I’m In Love; le accelerazioni di I Was Beautiful, che parte come un pezzo slo-core alla Idaho, e della sbarazzina It’s A Sign), brilla di luce intensa soprattutto nei momenti più intimisti. Tra questi, tralasciando Thin Air — con armonie vocali, chitarre elettriche che “doppiano” la linea vocale, e le melodie avvolgenti marchio di fabbrica del complesso — ricordiamo l’atmosfera jazzata di First Sight, arricchita dalle note di una tromba e dall’assolo che rimanda a quello di Everything Flows; Live In The City, punteggiata dal wah-wah; gli arpeggi suggestivi di With You. In chiusura, la bellezza di Connected To Life, che chi scrive elegge a nuovo vertice del “catalogo Fanclub, fascicolo ballate”: una composizione in cui l’equilibrio tra l’espressività del canto e l’intervento misurato degli strumenti (acustiche ed elettriche, con feedback e sobri tocchi di pianoforte) danno vita a un brano struggente, che vi costringerà ad abusare del tasto “repeat” sul lettore.
Meno convincenti, perché routinarie, Hold On, I Have Nothing More To Say e l’aggraziata Steady State, anche se probabilmente alcuni gruppi farebbero carte false per avere pezzi del genere nel proprio repertorio.
Un album da ascoltare in giornate autunnali, abbandonandosi alla sua mescolanza mirabile di brio e malinconia.
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