|
BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
|
|
|
Japandroids
Near To The Wild Heart Of Life
2017
Anti
di Valerio Di Marco
|
|
Evidentemente gli ultimi cinque anni - tanti ne sono passati da 'Celebration Rock' - Brian King e David Prowse li hanno spesi a decidere in che direzioni ampliare la loro gamma per evitare di ripetersi. A suo tempo, il duo di Vancouver fu un'illuminazione per i tanti che videro in loro, e nei Cloud Nothings, i degni prosecutori di una formula pregna di tradizione ma che andava aggiornata. Gli ingredienti erano quelli tipici dell'hardcore/punk USA anni Ottanta: chitarre a profusione, ritmiche serrate, melodie dall'impatto subitaneo. E loro, quegli ingredienti dimostrarono di saperli maneggiare come fossero degli Husker Du o dei Black Flag catapultati al giorno d'oggi. Il problema, semmai, era mantenere quegli standard.
E purtroppo, dopo un lustro la montagna ha partorito il più classico dei topolini. L'inazione ha fatto perdere l'ispirazione, e nella scelta di dove andare a parare, King e Prowse hanno finito per non decidere e hanno fatto la fine dell'asino di Buridano davanti ai due cumuli di fieno.
Poi certo, il mestiere gli permette di mascherare almeno in parte le magagne in fase di composizione. Un effetto qua, una distorsione là...E poi l'artificio classico di allungare oltre il dovuto brani che, a dire il vero, a metà giro avrebbero già detto tutto. Questo per mascherare la carenza di penna e arrivare alla canonica, stiracchiata mezz'ora di disco.
E' il caso, ad esempio, di Midnight To Morning, la quale poteva benissimo concludersi con quel crescendo stile Sigur Ros e militaresco che almeno l'avrebbe in parte tirata su dalla mediocrità in cui sprofonda. E invece niente, pur di non chiudere così presto ci rifanno ascoltare per l'ennesima volta quell'insopportabile ritornello che tanto ricorda Snow Patrol e Foo Fighters.
Che poi un conto è allungare i brani, un altro è l'accanimento terapeutico. Per dire, I'm Sorry (For Not Finding You Sooner) è una litania che si trascina stancamente dall'inizio alla fine. E non la salva il synth paraculo su cui è costruita.
Poi, per carità, qualcosa di buono c'è. La opening e title-track funge un pò da sunto della puntata precedente e tiene più o meno fede al verbo diffuso in passato dai due apostoli canadesi. Così come North East South West ha il tiro epico e roots-rock dei Killers più antemici. Però come ci si addentra nel cuore del disco iniziano i problemi. Solo Arc Of Bar tenta di sparigliare le carte ma il risultato somiglia troppo ad una copia sbiadita della versione più sbiadita dei Kasabian.
Le sorti sono ravvivate solo dalla sequenza finale No Known Drink Or Drug/In A Body Like A Grave. Ma è troppo poco per celebrarli ancora. E soprattutto era lecito aspettarsi qualcosa di più.
|
|
//www.youtube.com/embed/6_NxdWRz1SM
08/02/2017 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
|
|
|
|
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|