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Non è un giudizio personale, è una dichiarazione d’autore. Sono le parole con cui Trent Reznor demiurgo dei Nine Inch Nails presenta il nuovo Ep della band "Not The Actual Events", uscito lo scorso 23 Dicembre sulla scena musicale internazionale e già con molte chiacchiere alle sue spalle per una vita ancora così breve.
“E’ un EP perché alla fine abbiamo deciso che quella fosse la durata giusta per raccontare quella storia”.
Ancora, sono parole sue. Excusatio non petita? Non ce la sentiamo di rispondere, perché un disco prima di tutto lo si ascolta e solo dopo semmai si tenta ti collegarlo a una presentazione, per quanto provocatoria, del suo autore.
Però se ascolti Not the Actual Events e tenti di raffigurartelo in una immagine ti viene in mente un uomo di poche parole, che si esprime solo quando serve e in poco dice tutto, non è molto amichevole e non ha troppa voglia di sedurvi con facili parole. Una di quelle persone che anche se lo incontri una volta e non è stato proprio il massimo della cordialità, hai voglia di rivederla ancora una volta. Per capirla meglio.
E non è un’immagine troppo dissimile dalla presentazione che ne fa il suo autore. Ma andiamo avanti senza fermarci al primo incontro con questa figura “difficile” e anche “composita”.
Il primo fulmineo brano Branches /bones come dice il titolo stesso sembra voler dare forma a ciò che viene, restando essenziale schietto: questo è ciò che sentirete, suoni ossei come rami, ma non privi di un sostegno importante. Passiamo al secondo Dear World, la virgola fa parte del titolo ed è un dettaglio che dobbiamo considerare.
Sappiamo che non è un caso, perché il brano (come poi conferma il testo) è un incoraggiamento a svegliarsi dal sonno e anche forse, ad ascoltare con orecchie diverse. Arriva il terzo grido, She’s gone Away che è forse uno dei più impenetrabili e forse anche il più NIN di tute le tracce (in questo riecheggia il brano Closer, ma con qualche tinta più oscura). Il penultimo brano rompe completamente con la notte del precedente, portandoci a ritmo sostenuto verso l’ultimo che letteralmente incendia i discorsi sincopati che lo hanno annunciato.
Burning Bright incendia letteralmente l’atmosfera, portando a compimento quello che I NIN hanno iniziato 3 anni fa con il discusso “Hesitation Mark”. Decisamente un passo avanti, ma non una conclusione. Segno che Reznor non si è fermato ancora.
Concordando con il suo autore Not the Actual Events lo definirei così: 5 tracce difficili da digerire a un primo ascolto, ma di ottima fattura. Sarà forse anche grazie alle altre illustri menti che hanno contribuito alla sua realizzazione? Accanto all’ormai solido collaboratore di Reznor, Atticus Ross infatti, si sono aggiunti tre nomi da niente come Dave Grohl, Dave Navarro e Mariqueen Maanding. E per ognuno di loro si sente la traccia nelle tracce, dell’EP.
Alla fine si sa, lo sforzo maieutico porta sempre a qualcosa in più, e mai a qualcosa in meno. Aspettiamo quindi con grande curiosità a cosa porterà la maturazione nel tempo di questi eventi non attuali che oggi, ci è capitato di ascoltare.
Track List: Branches /bones Dear World, She’s gone away The idea of you Burning bright
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