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King Gizzard and The Lizard Wizard annunciano una nuova release, Flying Microtonal Banana, farà parte di un poker di uscite previsto per il 2017.
Licenziato dalla Heavenly Recordings il 24 febbraio, il disco è stato registrato nello studio della band a Brunswick East, Melbourne, nell’estate del 2016.
Nato dalla sperimentazione su chitarra microtonale che un loro amico, Zak, aveva ideato per Stu Mckenzie, per la composizione è stato necessario usare strumenti modificati in microtonali seguendo la regola della 24-Tet (accordatura araba basata sulla divisione delle ottave in 24 parti, intervalli più brevi dei semitoni capaci di produrre sonorità diverse da quelle dell’ottava in 12). Il risultato è quello che scorre fra i bit e solchi di questo lavoro, dalle chitarre elettriche al basso passando per tastiere, armonica e un corno turco chiamato Zurna. Il tutto per la modica cifra di 200 dollari di strumentazione aggiuntiva.
Metronomico per la presenza dei due batteristi, Flying Microtonal Banana si allontana dal suo predecessore Nonagon Infinity. Ipnotico quanto basta per creare spirali trance che, sulla lunga, creano atmosfere psichedeliche in crescendo (Sleepdrifter) e dotato di un sound in perpetuo movimento, la provenienza di F.M.B. è rintracciabile nella vastità dell’universo cosmico (Rattlesnake).
Soddisfazioni garantite da una band, molto prolifica, capace di grandi virate gestite con maestria. I King Gizzard & The Lizard Wizard hanno alle spalle nove album, differenti fra loro ma accomunati dalla psichedelia e da un approccio molto vintage.
Invecchiati meglio dei Tame Impala, perché muniti di varie identità come una spia al servizio della dilatazione psicotropa, anche stavolta i sette elementi producono un disco interessante, ben suonato e prodotto come si deve.
Anoxia è un raggae di matrice araba in cui corno, keyboard e riff granitici la fanno da padrone seguito da Doom City, altro anthem ipercinetico che s'interrompe solo per ripescare dalla memoria trame sabbatiane nel bridge.
Sembra un disco infinito la cui spinta propulsiva è una continua iniezione, elettronicamente controllata, di propellente psych così altamente incendiario da facilitare la fusione del nocciolo (Nuclear Fusion).
Melting si muove nel groove labirintico seguito a ruota da Open Water, sette minuti di batteria in avanti per una cavalcata con canto discendente e basso ansiogeno.
Sebbene distanti dal passo precedente, rischiano rimescolando le carte in tavola con questa nuova accordatura risultando ancora innovativi e coerenti con il proprio pensiero. Questo non esclude in nessun modo che in una delle prossime tre uscite ci si possa trovare davanti a un album psych metal.
Se vi sentite orfani di Tame Impala, fanatici dei The Oh Sees e fuori di zucca per Ty Segall, allora questo è il disco che fa al caso vostro.
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