Moon Duo Occult Architecture  2017  Moon Duo Music / Goodfellas di Giuseppe Celano

Vengono da San Francisco e sfornano psichedelia mista a krautrock avvalendosi di diavolerie elettroniche e droni.

Formati 2009 da una costola dei Wooden Shjips, hanno alle spalle un 12 pollici, un ep e nel 2010 producono il full-length Escape, uscito poi nella primavera del 2011.

Per questo 2017 il duo ha previsto due uscite, suddivise in due volumi, che hanno come leit motiv l’occulto in tutte le sue forme.

Moon Duo è una realtà rodata che ha fascino e sa come colpire i fan, superando anche i Wooden Shjips che si sono ormai arenati da ben quattro anni.

Anche il secondo volume di Occult Architecture, sempre dalle sapienti dita di Ripley Johnson e Sanae Yamada, è psichedelico e ricorda gli Spiritualized con rimandi più secchi agli Spacemen 3.

Sembra di vederli mentre immergono le strutture dei loro brani in quest'acido smussa angoli ottenendo un suono quasi asettico.

La melodia ossessiva guida tutti i brani lasciandosi alle spalle una scia molto appiccicosa che si fa largo dentro la rete neuronale (Mirror’s Edge).

Sono cinque brani in tutto per una miriade di citazioni fra cui i Can, tanto per dirne una. A differenza del precedente lavoro questo fratello di sangue appare molto più easy e meno distorto del precedente, le chitarre ruggiscono in dissonanza il cui raggio d’azione è controllato e limitato da una profonda sepoltura nel missaggio.

Sulla lunga distanza, la stabilità quasi monocorde della drum machine e l’andamento volutamente ossessivo interrompono la fluidità lasciando affiorare una sorta insofferenza che increspa la superficie del disco.

Qualche mutazione interna ai brani, e una revisione nel processo di scrittura nella sua interezza, avrebbe reso tutto più dinamico e interessante (Crystal World)

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08/04/2017 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati