Boss Hog Brood X  2017  Bronze Rat Records / Self di Giuseppe Celano

Diciassette anni, compiuti nel 2017 (Coincidenze? Io non credo…), di differenza fra il primo e il nuovo parto di Cristina Martinez e Jon Spencer.
S’intitola Brood X questo secondo lavoro prodotto con calma serafica dai figli illegittimi della Jon Spencer Blues Explosion.

Dieci brani, che più nuovi non si può, si affacciano sul mondo con l’iniziale Billy capace di azzerare questo ventennio di latitanza dal music biz.

Psicotici, profondamente laidi e lascivi, montano suoni sintetici, basso propulsivo e voce caustica eruttata dalla gola profonda di Cristina Martinez esplosa in un caleidoscopio di colori.

Si cambia marcia e misura nella bluesy, a modo loro s’intende, Black Eyes dal giro di basso ipnotico e con chitarre sepolte nel missaggio fino al bridge in cui esplodono lasciando che il brano si mostri nella sua accecante fierezza. Suona sporco, underground e raramente esposto alla luce del sole (Ground Control).

L’elettronica asettica non scalfisce l’essenza del rock sozzo a cui i due ci hanno da sempre abituato (Sh Sh Sh). Niente paura, non è cambiato nulla, il tandem continua nell’apprezzamento del vecchio blues cotto al sole dei campi di cotone. Poderosi e oscuri in Signal sfoggiano un sound pericolosamente funky, rintracciabile nelle linee armoniche del basso, sincopato nei riff e algido nella ritmica mentre le chitarre parto per soli pentatonici dal bending distorto e sporcato a dovere.

Il combo Elevator e Formula X invece spingono sull’acceleratore al ritmo imposto dalla batteria secca e precisa.

Ritmica narcotica, andamento dilatato e canto sciamanico per Sunday Routine che anticipa l’arrivo della conclusiva 17 (ci risiamo), traccia dalla sezione centrale molto melodica ma imprigionata in una struttura più spigolosa e dura che conferma la loro capacità di scrivere composizioni amabilmente ostiche

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03/04/2017 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati