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British Sea Power
Let the Dancers Inherit the Party
2017
Caroline International
di Miki Marchionna
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Tornano sulle scene a distanza di quattro anni i British Sea Power, gruppo dell’indie rock inglese attivo dai primi ’00, con un album nuovo di zecca intitolato Let the Dancers Inherit the Party’.
Concesso dalla label della band Golden Chariot a Caroline International e pubblicato il 31 marzo 2017, il disco dei sei di Brighton racchiude ben 12 brani riguardanti materie che vanno dalle stelle nel cielo notturno alla metodologia di manipolazione dei media e allude a un mondo pieno di caos e disordine, pur cercando di rispondere a esso con ottimismo e speranza.
«Penso che abbiamo finito per affrontare questa confusione in modo stimolante, piuttosto che imprigionare l'ascoltatore in malinconia – ha dichiarato il chitarrista Martin Noble - musicalmente, è il nostro album più diretto e forse il primo in cui manteniamo uno stato d'animo coerente dall'inizio alla fine. Non c'era un piano per creare un album con una particolare materia, ma siamo finiti con un caso di 'think global, act local'. Un album in cui gli individui hanno a che fare con la loro vita domestica e personale su uno sfondo di incontrollabile follia internazionale».
L’apertura è affidata al pezzo più forte dell’album, nonché primo singolo, Bad Bohemian, dalle sonorità aperte e di grande respiro, con una melodia che ricorda la stessa di Born to Run di Bruce Springsteen. La struttura della canzone si avvicina più a un classic rock che ai suoni tipici dell’indie britannico, che fa il suo ingresso subito dopo con International Space Station e What You’re Doing.
Le melodie, tuttavia, sono onnipresenti e addolciscono il tutto. Di nuovo approccio rock in The Voice of Ivy Lee, anche questa dalle sonorità springsteeniane, tanto da immaginarsela cantata dal boss in persona dal vivo. Troppo azzardato come accostamento? Brusco ritorno all’habitat naturale dei British Sea Power con Keep On Trying e Saint Jerome, brani che però li fanno assomigliare a tanti, tantissimi altri loro colleghi che navigano nelle atmosfere rarefatte e vaporose del genere.
E sono proprio queste sensazioni e scenari a predominare nel disco, che più che nel caos e nel disordine citati dal gruppo, catapulta l’ascoltatore in un universo onirico e vellutato, come nell’ending track Alone Piano.
Con Let the Dancers Inherit the Party, i British Sea Powers si rivolgono chiaramente al loro pubblico, cavalcando però strade musicali già battute da altri, pur dimostrando a sprazzi alcuni spunti di originalità
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11/04/2017 -
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