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Che sia un viaggiatore nato, o meglio che lo sia diventato, lo si capisce immediatamente dall’atmosfera delle canzoni del suo ultimo lavoro intitolato Resolute. A distanza di circa tre anni dal disco di debutto “Vagabond’’, Stu Larsen torna sulle scene musicali con un disco nuovo di zecca in uscita il 21 luglio 2017 per Nettwerk Records/Warner Music.
“Resolute” è stato pensato e scritto tra un cottage in Scozia, un appartamento in Spagna e un bunker dell’esercito in Australia, ma ascoltandolo sembra quasi sia stato ideato e messo giù in note e parole tra un viaggio e l’altro. Il cantante, infatti, ha registrato memo improvvisate sul suo telefono, architettando un quadro primitivo per i pezzi. Non a caso, il cantautore australiano è un insaziabile viaggiatore, un nomade. Eppure, come lui stesso ha ammesso, non avrebbe mai immaginato di lasciare la sua città di Dalby, nello Stato del Queensland prima dell’incontro con Passenger, al secolo Mike Rosenberg, stella nascente dell’indie-folk di cui Larsen ha spesso aperto i concerti negli ultimi anni e che ha prodotto il suo primo album. Ha avuto così inizio una lunga avventura intorno al globo del musicista che, ad oggi, vivrebbe alla giornata tra la sua nativa Australia, Spagna e Giappone.
Il primo singolo estratto, che ha già raggiunto mezzo milione di views su Spotify è By The River, una lettera d'amore per un fiume della Nuova Zelanda. Il brano, in cui chitarra e voce con sovraincisioni la fanno da padrone, culmina con un assolo selvaggio che, come lui descrive, «è il suono della frustrazione elaborato attraverso la mia chitarra». Il video non è altro che un collage di varie riprese in altrettanti posti differenti. Luoghi e persone accomunati dalla stessa colonna sonora.
Più trasognata e dolce la canzone d’apertura Aeroplanes. Melodie semplici che conciliano alla pace dei sensi, con lo scorrere di paesaggi attraverso i finestrini di un treno o un’auto in una mattinata di pioggia.
“Resolute’’ non è altro che lo spirito errante riprodotto in chiave folk, che parla di spostamenti e città: Glasgow, Chicago, San Francisco, Bowenville. Se poi si unisce il romanticismo intrinseco del viaggiare a quello più legato ai sentimenti e all’amore, il cerchio è già chiuso e perfetto. Come in I Will Be Happy and Hopefully You Will Be Too, in cui Larsen canta “…it doesn’t really matter where i live as long as you’re with me’’. Introspezione, stupore, semplicità, ma anche nostalgia e malinconia sono le emozioni e le sensazioni che Stu Larsen rievoca in questo suo nuovo progetto tutto da scoprire, apprezzare e in cui immergersi, magari con le cuffie per impermeabilizzarsi dai suoni esterni e sprofondare sino a diventare una cosa sola con il viaggio.
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