Kamasi Washington Harmony of Difference  2017  Young Turks di Giuseppe Celano

Kamasi Washington non è di certo una nuova conoscenza ma una certezza che si rafforza con ogni nuova uscita del sassofonista, compositore e produttore americano alla sua quarta prova da solista.

Ideato come commento sonoro per un’installazione multimediale presso il Whitney Museum di New York, Harmony Of Difference rappresenta, musicalmente, l’applicazione della tecnica del contrappunto che altro non è se non la sovrapposizione varie linee melodiche indipendenti fra loro.

Dopo aver suonato con pilastri del jazz contemporaneo e non (Wayne Shorter, Herbie Hancock, Horace Tapscott), oggi Kamasi esce con questo nuovo lavoro di sei tracce. Le prime cinque rimangono al di sotto dei cinque minuti mentre solo la traccia che chiude l’album piazza ben tredici minuti di suoni dall’atmosfera triste e melanconica.

Sei take che mutano mood spesso, passando dall’apertura smooth, affidata a Desire, per arrivare al jazz indiavolato di Humility in cui pianoforte e sassofono, come impazziti di colpo, si inseguono in una corsa impazzita stoppata solo da un atipico call and response in cui i due musicisti producono note modali e velocissime scale blues, dissonanti ma incredibilmente morbide.

I toni si riabbassano con la terza traccia intitolata Knowledge.

Washington si muove leggero, partendo da basi jazz per andare a sposare quelle contaminazioni che tanto gli piacciono, perfettamente innestate nel tessuto sottostante e capaci di creare una sorta di scioglievolezza, facilmente assimilabile per la scelta di linee melodiche suadenti.

Sebbene la sua ultima creatura sia “costretta” da una serie di snodi comuni, necessari all’attuazione di un disco più leggero, immediato e vergognosamente ruffiano, ci sentiamo di promuovere l’album in attesa di nuovo materiale da piazzare sul nostro giradischi

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24/10/2017 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati