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Zola Jesus debutta con il suo primo album, The Spoils, nel 2009. Nika Roza Danilova è un’artista russo-americana, classe 1989 e quando incide The Spoils, per la Sacred Bones Records, ha soli vent’anni.
All’epoca la ragazzina dai capelli biondi si divertiva con l’ambient sperimentale, ritmiche lente e ripetitive con canti tribali di fondo. Oggi, a distanza di otto anni e dopo ben sette album, Zola Jesus è la regina del lo-fi gotico. Le sonorità ambient, quasi new age, sono rimaste inalterate, ma stavolta accompagnate da tonalità industrial, detriti urbani, periferie degradate e scorie radioattive.
Zola è un artista del nuovo millennio, persa nel buio elettronico della gotic-dance, regina della notte, profetessa dal trucco pesante, che ama il trash nei testi ma che li interpreta con voce calda e rassicurante.
Un’anti-lady gaga, con la quale condivide solo il make up artist. Uscito l’8 settembre 2017, Okovi, ennesimo frutto di un patto di sangue con la Sacred Records, è la dimostrazione tangibile di quanto l’ambient si sposi bene con frequentazioni noise ed elettroniche. Quello che riesce a creare Zola è un’atmosfera raverina da puro sballo senza bisogno di pasticche. È un’incursione nel torbido più torbido, dove una voce alla Cristina Aguilera si fonde con la sensazione delle dita nella presa elettrica.
A tratti LA Vampires e a tratti Orbital, a tratti Evanescence, con dosi saltuarie di SQURL, Zola riesce a creare una confluenza di generi diversi, di simbologie musicali diverse, così come nel suo nome d’arte accosta due personaggi come Emile Zola e Gesù Cristo. All’album, anticipato dal singolo Exhumed hanno collaborato Alex DeGroot, WIFE, Shannon Kennedy dei Pedestrian Deposit e il percussionista Ted Byrnes.
“ Lo scorso anno- ha raccontato l’artista in merito alla genesi dell’album - mi sono trasferita tra i boschi del Wisconsin dove ero cresciuta. Okovi è alimentato da questo ritorno alle origini e da antichi traumi personali”.
Ma del resto, i sintomi di un trauma, in questo album, erano già piuttosto evidenti. A cominciare dal video ufficiale di Exhumed, che è un chiaro omaggio a The Ring nelle sue immagini più raccapriccianti. Una dea del male con una voce d’angelo. Una no-wave più acida e tagliente, un rigurgito post-punk si mescola al dream pop più lirico e ingenuo. Impossibile resistere
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