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Un’elettronica femminile si sente di rado. Ed è per questo che siamo fieri quando troviamo un’esponente donna di questo genere. Kaitlyn Aurelia Smith è una compositrice, performer e produttrice, attiva sulla scena elettronica internazionale dal 2012. Saranno fra poco cinque anni dal suo debut album autoprodotto, Cows will eat the weeds. A questo ne seguirà un altro, sempre prodotto dalla stessa Kaitlyn, dal titolo Useful Trees.
Le sonorità ancora acerbe della Smith ripropongono un ambient piuttosto innocuo ma ambizioso, con venature acide e scossoni elettrici di quando in quando. È ambiziosa la ragazza, su questo niente da dire. Si prodiga in atmosfere tanto leggere che stordiscono, sull’onda di sperimentazioni new age e di un’elettronica appena accennata. Primo album ufficiale dell’artista sarà Euclid, pubblicato nel 2015 per l’etichetta indipendente Western Vinyl, al quale, nel 2016 seguirà Ears per la stessa etichetta.
Attraverso le apparentemente innocue elaborazioni musicali in chiave acustica-elettronica di questo quarto album, Kaitlyn Aurelia Smith ha riproposto all'attenzione del pubblico il termine new age, iniettando di linfa vitale un genere musicale che è stato accantonato con troppa fretta, a causa di quelle derive mainstream che l'hanno ridimensionato a sottofondo per documentari e spot pubblicitari. Euclid è un lavoro complesso, ricco di visioni sonore, di surrealismo, di pezzi che iniziano lenti ed inoffensivi e vanno in crescendo, per non toccare mai l’apice.
Il suo ultimo lavoro, The Kid, fa lo stesso corso. Non è una che esagera, la Smith. A lei piace restare sul soft, e sa farlo bene come sa farlo una donna. Il disco è accompagnato da ritagli di voce eterea e sognante. Il tutto condito da effetti sonori, sintetizzatori che nelle mani della Smith non si oppongono alle sue doti incontestabili di mixer.
Vaghiamo come pesci in una boccia, sconfitti dall’electro pop onirico di un’autrice che sa plasmare la new age come vuole lei, e le dà un sapore più interessante. È visionaria la ragazza e sa proporre visioni, o meglio allucinazioni, perché è questo che appaiono i 51 minuti di The Kid, un’allucinazione pop, fiabesca, evanescente e ben costruita. Con The Kid, Kaitlyn Aurelia Smith tiene saldo lo scettro di nuova regina dell'elettronica vintage, concedendosi alla lussuria e alle tentazioni della musica pop
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