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Un vinile in collezione limitata di 500 copie per il nuovo atteso album dei Telescopes:Stone Tape. Stone Tape, letteralmente “nastro di pietra” è un concept album che si ispira alla cosiddetta “teoria del nastro di pietra”, o Stone Tape Theory. Alla base c’è l’idea che materiali inanimati possano assorbire energia dagli esseri viventi. Si tratta di energia elettrica prodotta dal cervello durante eventi fortemente emozionali o traumatici, energia che in qualche modo viene immagazzinata da questi materiali e riprodotta in determinate condizioni.
Stephen Lawrie, fondatore dei Telescopes, ha scritto, arrangiato, suonato e prodotto l’album. Lawrie fonda i Telescopes nel 1987, all’età di trent’anni. Due anni dopo esce il debut album, Taste, una visione sonora prodotta dalla What goes on records. Telescopes ha all’attivo ben nove album, ma questo è il secondo che il fecondo musicista produce nel 2017. Stone Tape, curato da Giandomenico Carpentieri della Yard Press Record, è una gustosa misticanza di space rock, shoegazing, psychedelic e noise.
Sono lontani i tempi delle chitarre arpeggiate, delle voci soffici alla Bob Dylan ( Taste). Nel Tempo i Telescopes si sono evoluti verso temi più dark e ritmiche più cadenzate, verso atmosfere più british-electro pop, come in Third Wave (2002), finché nel 2017, con As Light Return non decidono che è tempo di sconvolgere i parametri, che è tempo di dark wave elettronica da brivido, fatto di allucinazioni tra il dark e il post rock, dove l’analogico e il digitale fanno l’amore sopra le oscure vibrazioni fatte di acidi e anfetamine.
Stone Tope è il prosieguo di queste atmosfere, ha l’impronta del mistero, disvelato nel corso delle sei splendide tracce, che profumano di stasi e immobilità, di qualcosa di inesplorato nel panorama elettronico contemporaneo, di fumi e di nebbie spesse, di tensione, di dark purissimo che dà alla testa. Ridondante e cadenzato fino allo stremo, un loop tremendo che non prevede la salvezza. Solo in alcuni momenti ci si ritrova su una spiaggia deserta con la spuma del mare che ci accarezza i piedi. E sono momenti di purezza estrema, da godere prima del ritorno ad atmosfere più tossiche e oscure
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