Ought Room Inside the World  2018  Merge Records di Giuseppe Celano

Gli Ought sono di Montreal, suonano materiale che ricorda Joy Division e New Order, il loro nuovo lavoro è intitolato Room Inside the World, uscito il 16 Febbraio per la Merge Records.

L’album consta di nove brani che portano in avanti il discorso già intrapreso con il precedente Sun Coming Down (2015). Dopo aver condiviso un video di These 3 Things (diretto da Scottie Cameron and Johnny Look, già a lavoro con Grizzly Bear, Cloud Nothing, Cass McCombs), la band si prepara a portare in tour il nuovo materiale prodotto da Nicolas Vernhes (Animal Collective, Deerhunter, Dirty Projectors).

Gli Ought avevano bisogno di mettere una pausa fra ciò che si è ormai cristallizzato nel loro passato e ciò che sarebbe arrivato con il futuro. Room Inside The World è stato registrato a Brooklyn, è fatto di tessiture rock e stacchi post-punk su cui s’infilano tristezza e melanconia, i nostri usano poche note arpeggiate dall’elettrica mentre il canto è ipnotico, a volte svogliato e insofferente e rappresenta la continua ricerca di desideri non ancora realizzati (Desire). Con il passare dei minuti appaiono in superficie anche momenti più delicati, nella dolente Brief Shield, mentre a quota sette infilano un’altra buona traccia, la rumorosa Take Everything, che da lontano scomoda i The National.

Tim Darcy (chitarre, voce), Matt May (tastiere), Ben Stidworthy (basso) e Tim Keen (batteria e violino) aggiungono (ma solo in senso numerico) un altro tassello a questo genere senza comunque tirar fuori un disco da infarto. Fanno ciò che possono, e conoscono, sfruttando dinamiche ormai lise in un mix di brani più o meno validi ma per i quali, di certo, non ci alzeremo dalla sedia urlando al capolavoro

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24/02/2018 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati