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"Carneade, chi era costui?" Non devo stare qui a spiegarvi questa citazione, tutt'al più lo farò a chi avrà la sfortuna di essere mio alunno. La versione reloaded della famosa affermazione donabbondiana l'abbiamo trovata "nell'anno 2020 di nostra vita", per dirla con un altro poeta: "Bugo, chi era costui?" Ve lo dico io, che sono abbastanza assoluto su queste cose. Bugo è un cantautore che fa grandi album. Ed anche Cristian Bugatti, la sua ultima uscita, lo conferma. Così come conferma anche che passare da Sanremo non voglia dire per forza doversi snaturare. Ma andiamo con ordine, che mi sembra la cosa migliore
"Quando impazzirò" è il pezzo che apre l'album, e salta all'orecchio (non potendo, evidentemente, farlo all'occhio, ndr), un basso in rilievo che sostiene praticamente tutto il pezzo, mentre nell'inciso la parte del leone la recitano le tastiere. Proprio basso e tastiera saranno due leit motiv dell'intero album.
"Sincero" che, ribadisco, per me è un gran pezzo, è sostenuto da dei tastieroni molto a là Battiato di "Inneres Auge", e da un clima electropop molto '90. Il testo è assolutamente "sincero", ed il duetto con Morgan è, nonostante tutto, perfettamente riuscito, soprattutto nell'intreccio delle voci.
"Come mi pare" è, per quanto mi riguarda, il pezzo migliore dell'album, pieno di ritmica funkeggiante, con un basso come sempre in primissimo piano. Il fill di batteria che lancia l'ultimo ritornello è un preziosismo stupendo.
Anche in "Al paese" c'è molto di Battiato, anche nella melodia del cantato ("Frammenti" ed un po' di "Venezia- Istanbul", tutte e due da "Patriots"), e nella quasi nostalgia evocativa del pezzo. Pezzo che strizza l'occhio all'elettropop e non dispiace affatto.
"Che ci vuole" è un pezzo molto ritmato, con delle chitarre elettriche ad accompagnare che ricordano il Bugo prima maniera. L'inciso entra in testa in maniera praticamente martellante, ed è impreziosito da una sezione di fiati spettacolare.
"Fuori dal mondo" è la quota più itpop dell'album, con fiati ed archi a ricamare su una chitarra ed un piano. È un pezzo decisamente sanremese, che non risulta di difficile ascolto, anzi. L'esclusivo accompagnamento dei fiati nell'ultimo ritornello dà al pezzo quel tocco di ricercatezza.
Ermal Meta è l'altro featuring del disco, e canta in "Mi manca" pezzo con una certa vena da cantautorato nostalgico, molto introspettivo ed empatico e per nulla banale. Dinamica semplice, un pianoforte a far da accompagnamento principale, ed una linea di basso sempre molto riconoscibile.
"Un alieno" si apre con un glissato di basso che lancia il pezzo. Fiati e ritmica latineggiante completano il pezzo, sostenuto quasi totalmente da una chitarra dai colori carioca.
"Stupido, eh?" chiude l'album, e lo fa con un gusto un po' da "La tua ragazza sempre", con la chitarra acustica ad accompagnare la strofa, mentre l'inciso, che smorza anche il ritmo molto sostenuto della strofa, è più tendente all'elettronica.
Alla domanda d'apertura ne è seguita, col senno di poi, un'altra, l'ormai celeberrima "Dov'è Bugo?" Beh, Bugo è in quest'ultimo suo lavoro, che ha nell'essere, se vogliamo, distante dai precedenti, la sua peculiarità. È un lavoro fresco, orecchiabile e, cosa non da poco, anzi, piuttosto importante conoscendo il personaggio, funzionerà un botto nei live. E scusate se è poco.
Voto all'album: 8.5. Pezzo preferito: l'ho detto prima e lo ripeto, "Come mi pare”.
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