|
Famoso in tutto il mondo e proclamato dalla Cnn “Musical Genius”, ad Alessandro Quarta c’è voluta la partecipazione al festival di Sanremo per dargli la popolarità quando l’anno scorso accompagnò Il Volo col suo violino. Il musicista salentino, 44 anni, che ha collaborato con Celine Dion, Mark Knopfler, Boy George e ha composto la colonna sonora di diversi film americani, ha pubblicato un disco e un Dvd dedicato ad Astor Piazzolla e quindi al tango, il sentimento che balla, quel ritmo che, grazie alla vocazione cosmopolita, ha assunto nuove identità in ogni parte del mondo.
Quarta plays Piazzolla, undici brani per riconciliarci con la musica senza etichette dove, oltre al violino del Musical Genius suonano il piano di Giuseppe Magagnino, la chitarra di Franco Chivirì, il basso di Michele Colaci, la batteria di Cristian Martina e la fisarmonica di Vince Abbracciante. S’inizia con Milonga del Angel e per Quarta, che ha accompagnato Roberto Bolle in una memorabile serata in piazza del Duomo, è facile immaginare la scena: movimenti lenti, due corpi vestiti ma che sembrano nudi e trasudano ormoni pronti a sventrare le loro ombre. È tango, è sensualità. Segue Fracanapa e qui il ritmo pulsa forte, veloce, indomabile. I corpi si muovono in un turbinio di movimenti decisi, una deflagrazione di emozioni.
È un tempo incalzante, improvviso come una tempesta, fulmineo. Si legge nel libretto che accompagna il CD: “Non capisco se è una sporca scopata sotto una pioggia battente o un nobile tango, gentile ed educato. Fatto sta che tutto ciò induce i miei sensi e il mio corpo a un’esplosione imponente”.
Libertango potrebbe essere l’essenza del musicista: “Il violino non è uno strumento”, riporta il libretto, “ma un’estensione del mio corpo. Anche se troppe volte lo vedo come una donna, quella donna che fa mio il suo corpo. Il riccio… il suo volto, le fasce… i suoi fianchi, la tastiera la sua schiena e il suo seno, le corde sono il suo ventre. La f… le sue labbra per ascoltare il suo e il mio piacere”. Alessandro Quarta, polistrumentista, suona anche il piano e la chitarra, è in realtà il violino con cui iniziò a cimentarsi già a tre anni.
Ma è il temperamento vigoroso, l’esplosione di energia che lo contraddistingue e che lo induce a suonare dalla classica al jazz, al blues. Certo il suo approccio non è quello di un musicista classico nonostante abbia fatto parte dell’orchestra Symphonica Toscanini diretta da Lorin Maazel. “Tutto ciò che è etichettato è di per sé pregiudizievole”, ha spiegato Quarta, “se mi incontri per la strada, lo so, posso sembrare un evaso da un carcere messicano, non sono rassicurante come potrebbe essere un bancario in giacca e cravatta; l’abito spesso fa il monaco ma il mio è un paradosso perché vorrei dire che lo stesso accade in musica: non si deve mai giudicare prima di ascoltare”.
E allora ascoltiamo questo violino straordinario che non è solo lo strumento del diavolo come credettero coloro che ebbero la fortuna di assistere alle esoteriche esibizioni di Paganini ma è soprattutto uno strumento passionale.
Perché riproporre oggi il tango di Astor Piazzolla? “Volevo riportarlo alle atmosfere in cui quella musica è nata dalla sensualità alla sessualità”, ha detto Alessandro Quarta. E allora tutto quello che non possono dire le parole è raccontato dalla musica in giro per il mondo. Come il tango “porteno” cioè portuale, un ibrido di danze locali creole e nere con il ritmo della habanera e con elementi melodici armonici e formali di musiche popolari, soprattutto di origine napoletana, portati dagli immigrati a Buenos Aires. Quarta, con la sapienza degli innovatori, unisce tutti gli elementi con la sua musica senza etichette che lo ha portato alla fama più all’estero che in Italia.
Ci sarà un motivo? Certo la cultura nel nostro Paese è sottostimata ma Quarta preferisce dare una riposta tecnica: “Ho sempre creduto che per fare una grande carriera ed arrivare al successo non basti solo il talento ma ci voglia molta disciplina e un’attenzione maniacale nella cura dei dettagli.
È quello che faccio nella mia musica con il violino, svestendolo dal frac per impreziosirlo di emozioni, di arte, cultura e di innovazione”.
|