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Nuovo album per Sophia Kennedy, giovane cantante americana cresciuta a Baltimora, nel Maryland, ma poi emigrata ad Amburgo in Germania insieme alla sua famiglia.
Il disco si intitola “Monsters” e si rivela molto intrigante. Musica pop elegante e malinconica, ma infarcita di un mucchio di altre cose. Non certo musica di intrattenimento, al contrario l’intervento massiccio dell’elettronica conferisce all’intero album delle atmosfere sospese ed inquietanti. Il Pop della decadenza? Forse. Una serie di “slow ballad” raffinate e capaci di cambiare in un attimo il loro tessuto armonico, un incrocio fra la musicalità cantautorale dei primi anni Settanta e delle soluzioni ritmiche più moderne, così volutamente fuorvianti che inizialmente ti lasciano interdetto.
Quando poi vai a riascoltare più attentamente brani come “Orange Tic Tac”, “Francis”, “Loop”, “Chestnut Avenue” e “Seventeen” ti rendi conto dell’interna bellezza del discorso musicale introdotto da Sophia Kennedy. Non ha senso definire un vero e proprio genere musicale per descrivere “Monsters”: la musica fluisce libera con “intro” di pianoforte davvero notevoli, ma poi il discorso melodico (o almeno ciò che si intende generalmente per esso) si interrompe, cambia strada, lo fa mille volte, a pochi secondi di distanza. Sophia si trasforma ora in un “crooner”, ora in una vocalist di “doo-woop” , oppure in una cantante rock, o in un interprete di Rhythm & Blues , o ancora in una cantante lirica, tutto questo nell’arco di undici composizioni ricche di soluzioni tanto inaspettate quanto innovative.
Uno sguardo attento al passato, a quella che è la tradizione americana, è però innegabile, si coglie nettamente, in particolare su “Do They Know”. Decisamente belle, anche se incredibilmente diverse , si rivelano “Cat On My Tongue” , una composizione che si dipana su basi “hip hop” con echi di “soul music”, e l’ipnotica “Up”, che mette in risalto il talento vocale di Sophie, che non è abile soltanto come compositrice. L’album è stato prodotto in Germania dalla stessa Sophia Kennedy insieme a Mense Reents , noto per i suoi lavori con Die Vogel e Die Goldenen Zitronen. In conclusione un disco importante, essenziale, che guarda al passato ma che è anche decisamente orientato verso il futuro, e rinnova il concetto stesso di musica pop, conferendo ad essa un nuovo alfabeto. Da scoprire, da ascoltare, da amare.
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