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Nuovo album per Eric Clapton, leggenda vivente del blues-rock, protagonista con i Cream negli anni Settanta di una stagione musicale indimenticabile.
Il disco si intitola “The Lady In The Balcony - Lockdown Sessions” e ha una storia particolare. Costretto a cancellare i concerti dal vivo previsti alla Royal Albert Hall di Londra, a causa della pandemia, Eric Clapton ha deciso di trasferire strumenti, amplificazione e musicisti all’interno di un vecchio castello a Nord di Londra, la Cowdray House, nel West Sussex, dove sono stati eseguiti in presa diretta - e in soli tre giorni di registrazione - i diciassette brani previsti in scaletta. Questa la genesi di un disco bellissimo , che esce anche come film documentario. Molti diranno : ma io possiedo già “Unplugged”, il disco dal vivo, completamente acustico, del 1992! Non sarà mica un doppione? No, per favore, niente paragoni.
Questa volta accanto ad Eric Clapton troviamo una band di valore assoluto che comprende musicisti del calibro di Steve Gadd alla batteria, Chris Stainton, alle tastiere e Nathan East, al basso. E la loro presenza, il loro contributo si sente, e come! L’album ci regala canzoni “storiche” come “Layla”, “Tears In Heaven”, “After Midnight” di J.J. Cale e una fantastica “Black Magic Woman”, dedicata a Peter Green (è lui l’autore, non Carlos Santana), che sono riproposte con nuovi arrangiamenti, piacevolmente jazzati, carichi di “groove” e di soluzioni ritmiche diverse. In particolare “Black Magic Woman” torna ad essere una ballata blues, sofferta e dolente, proprio come Peter Green (Fleetwood Mac) l’aveva concepita in origine. Anche “Golden Ring” perde in parte quella ambientazione reggae che aveva sul disco e diventa un brano folk di ottima fattura.
Si percepisce come e quanto i quattro musicisti ignorino il fatto che il materiale sarebbe stato registrato (e filmato) e vadano avanti in perfetta sintonia, come quattro amici in una cantina che si divertono a provare le loro canzoni. Bellissima anche “Believe in Life” che Eric Clapton dedica a sua moglie Melia McEnery, che osserva da una galleria che si affaccia sulla sala di registrazione (da cui il titolo “The Lady in The Balcony”) e che è l’unica e sola spettatrice di questo straordinario concerto. Negli ultimi tre brani del disco vengono eseguite canzoni come “Long Distance Calling”, “Bad Boy” e “Got My Mojo Working”, vecchi blues di origine controllata, cadenzati e bollenti che vedono Clapton tornare ad imbracciare la sua chitarra elettrica.
Da segnalare infine la presenza di un inedito : “Kerry”, un pezzo per chitarra acustica, un brano solo strumentale dedicato al fonico di Eric, recentemente scomparso.
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