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Nuovo album per Nada, un disco che arriva tre anni dopo l’eccellente “E’ Un Momento Difficile, Tesoro”.
C’è di nuovo John Parish in cabina di regia, il musicista inglese caro a PJ Harvey che oltre a produrre anche il nuovo album ha suonato diversi strumenti in sala di incisione. Il disco è stato missato e masterizzato a Bristol e a Taunton. in Inghilterra, ma la preproduzione è stata curata dalla stessa Nada e da Gerri Manzoli, il suo compagno di sempre, alla Polveriera di Montauto, vicino San Gimignano, in Toscana. Vi diciamo subito che l’album è bellissimo, essenziale, diretto, ma anche molto profondo. Musiche e testi concorrono a formare un lavoro di “opposizione”, duro e politicamente schierato, con una Nada in grande forma e che - da qualche tempo in qua - non sbaglia un colpo. Il disco si intitola “La Paura Va Via Da Sé Se i Pensieri Brillano”, una frase lunga ma importante, che fa parte del testo di “Oscurità”, una ballata “dark”, molto jazzata che è posizionata verso la fine del disco.
Hanno collaborato con Nada - oltre ai sopracitati John Parish e a Gerri Manzoli - musicisti di valore internazionale come Pete Judge, che suona la tromba su “Un Viaggio Leggero” e il flicorno su “Oscurità” e come Dom Shaw che suona il sax tenore su “Un Viaggio Leggero”. L’album inizia in modo eccellente con “ In Mezzo Al Mare”, il primo singolo estratto dal disco, una ballata ammiccante, piacevolmente andante, che fa centro al primo ascolto, che tratta di drammi e solitudini esistenziali senza però piangersi addosso, al contrario con una speranza di riscatto : “Non si può mai dire che camminando arriverai dove vuoi, si può anche affondare oppure scegliere di buttarsi, in mezzo al mare, dove ci sono i cani, dove stanno gli umani, dove ci sono i fiori e godere della vita che hai”. Si prosegue con “Io Ci Sono”, una ballata lenta che conosce un crescendo progressivo e altamente drammatica, dove Nada grida tutta la sua disperazione. “Sorridimi” e “Banane City” assumono le cadenze tipiche del blues urbano, sembrano quasi degli “spoken word” cupi e incalzanti, comunque di ottima fattura.
Ma il brano che mi ha impressionato di più è sicuramente “ Chi Non Ha”, una ballata elettrica tipicamente rock, aggressiva e ficcante, per una Nada che non accetta compromessi e che tratta questioni sociali con la schiettezza e la precisione che manca a tanti politici di professione. Un colpo al cuore, veramente! Il pezzo migliore dell’album , anche se meritano sicuramente una citazione anche “Noi Resteremo Uniti”, una ballata controcorrente, magicamente sognante, e “ Tu Non Mi Chiedi Mai Di Me”, forse la canzone più melodica dell’intero disco, nonché il brano che chiude l’album. Da segnalare inoltre “Un Viaggio Leggero”, il brano più rock dell’intero disco che mescola con gusto chitarre elettriche e fiati , dando vita ad un “groove” crescente, tutto da ascoltare, e “Nada Yoga” dove l’artista toscana mette in musica la sua esperienza personale, che è sia spirituale che metafisica, con lo yoga e racconta di come le piace “sparire nel silenzio che conosco” e “ascoltare il suo proprio respiro”.
Un album autentico, sincero, perfettamente arrangiato, e ancora una volta riconoscibile all’interno di quello che è il discorso musicale dell’ultima versione di Nada, decisamente “indie rock” . Da ascoltare a tutto volume.
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