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Nel corso dei decenni c’è chi è stato capace nel jazz di raccontare le sfumature sottili della sofferenza, dell’amore e della speranza, chi ha saputo navigare tra gli oceani del mondo e volgersi ad idee coraggiose e silenzi rivoluzionari, connettendo, attraverso l’arte, l’identità culturale passata e presente di uomini e donne provenienti da ogni angolo del globo.
Gianluca Petrella è forse uno degli esempi più brillanti, in rappresentanza dell’intraprendenza artistica dei giovani musicisti italiani, di coloro che guardano al jazz come base d’appoggio su cui costruire musica che vada oltre i confini di genere. Allievo per oltre vent’anni dell’illustre trombettista e flicornista Enrico Rava, Petrella (che suona trombone, tastiere e si destreggia abilmente con l’elettronica) ha saputo in questo album porsi al centro di un crocevia sonoro ove convergono influenze dal sapore spirituale ed ancestrale, ma anche connesse ad una moltitudine di input figli della società cosmopolita di oggi. In “Universal Language”, uscito il 14 ottobre e figlio del suo progetto “Cosmic Renaissance”, Gianluca rinvigorisce ancora una volta la vivida curiosità alla base della sua sempre accesa necessità di sperimentazione. Attingendo a piene mani dal vibrante e camaleontico immaginario di colori e suoni di realtà musicali conviventi ormai fuori e dentro i grandi agglomerati urbani, la sua voce strumentale guida un collettivo di musicisti straordinari (Mirco Rubegni alla tromba, Simone Padovani alle percussioni, Federico Scettri alla batteria e Riccardo Di Vinci al basso elettrico), a cui si affiancano diversi ospiti internazionali (il sassofonista e rapper Soweto Kinch, il beatmaker Dj Gruff, il sassofonista e clarinettista Beppe Scardino, il sassofonista Pasquale Calò, la cantante italo-nigeriana Anna Bassy e l’arpista Vanja Contu).
Ciascuno dei 10 brani di questo disco (che in copertina sfoggia il futuristico artwork dell’artista multimediale V3RBO) è una piccola epopea sonora, un affresco in miniatura che guida l’ascoltatore in un’odissea mistica in cui il trombone non è che l’eco ultimo di un universo sonoro collaborativo in continua espansione. Come affermato dallo stesso Petrella infatti: “La composizione per me è un disegno, che normalmente condivido con i miei colleghi. Tutti i musicisti hanno la possibilità di poter partecipare a questa idea portando le proprie esperienze musicali che sono colme di tanti generi e di tanti suoni, andando ad arricchire con i loro strumenti e i loro colori quella che in partenza era la mia idea”. Man mano che il viaggio musicale di “Universal Language” procede questo pellegrinaggio dell’anima assume i connotati di un flusso di coscienza quasi infinito, un cammino alla ricerca del dialogo costante tra i linguaggi e i suoni del pianeta Terra che infine converge, ad ascolto concluso, ad un’illuminante riflessione: questo disco possiede in sé una bellezza che, senza faziosità, può e deve ritenersi necessaria per la comprensione di chi siamo e di dove siamo diretti.
Con diverse date già alle spalle, il tour, che ha finora toccato solo località italiane, verterà nei concerti rimanenti anche ad una platea internazionale:
28 ottobre Bologna, Locomotiv 29 ottobre Londra, Ronnie Scott’s 5 dicembre Bucarest, Control Club 7 dicembre Barcellona, Razzmatazz 2 9 dicembre Madrid, Nazca
TRACKLIST
Unknown Dimension Universal Language (feat. Soweto Kinch) Connection (feat. Anna Bassy & Vanja Contu) Comes from the Ground (feat. Beppe Scardino) Wonder (feat. Anna Bassy) Vision Nomads (feat. Pasquale Calò) Education Ancient Jazz Natsu (feat. Dj Gruff)
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