Palaye Royale band familiare composta dai fratelli Remington Leith, Sebastian Danzig e Emerson Barrett. Il frontman Remington “Remi” Leith durante un intervista disse: “We don’t wanna make pop records, we don’t wanna make rock records – we just want to make Palaye Royale records We wanna consider our albums as art, not a genre, image or anything”. Quindi anche se l’etichetta non la vogliono quando suonano un rock che spazia dal Glam, Art, Indie e Garage con accenni di musica classica fa molto Palaye Royale.
Con l'uscita del loro nuovo album Fever Dream si mette a fuoco ulteriormente il cambiamento già in atto con il penultimo lavoro (The Bastards (2020) Sebastian Danzig, chitarrista solista afferma che si sono resi conto qualche anno fa che nulla sarebbe stato consegnato loro facilmente, come spesso accade a molti comuni mortali. Se volevano produrre e rappresentare la loro arte in un modo che fosse autentico per tutti e tre, avrebbero dovuto intraprendere tutto da soli e così è stato. Emerson Barrett batterista del gruppo è la rappresentazione visiva della band in tutti i sensi. Barrett ha creato graphic novel che hanno ispirato ogni aspetto delle attività artistiche di Palaye. Dal merchandising che vendono, alle palette di trucco che creano, alle idee che usano per disegnare nuovi mondi all'interno dei loro video musicali
Remington Leith, cantante e fratello di mezzo, è l'incarnazione umana della compassione della band. Etereo ed empatico, mette a nudo la sua anima sul palco e online. Grazie a questo livello di onestà, autenticità e vulnerabilità riesce a coinvolgere e richiamare tanti fan. Essere in grado di ascoltare una canzone che riflette esattamente come ti sei sentito in un momento di disperazione più oscura è di per sé catarsi, ma lasciare quel momento di ascolto con una sensazione di speranza per ciò che verrà dopo è una magia tutta sua.
Questo è il battito del cuore di Palaye Royale: affronta l'oscurità ma cerca la luce una volta che hai lasciato il momento alle spalle. Ogni canzone di Fever Dream rappresenta questa ideologia. Indipendentemente dal fatto che venga riprodotto cronologicamente o sporadicamente, il disco funge da percorso per tornare a te stesso quando senti di non sapere come andare avanti.
Ogni traccia potrebbe essere una singola. Tante canzoni sfidano gli arrangiamenti pop o rock tradizionali. Ogni momento sonoro è intenzionale e posizionato con cura. La band ha rimosso tutti i momenti disordinati che sono stati considerati "troppo" in passato e ha creato un corpo di lavoro MOLTO forte. Ogni membro ha inchiodato il proprio mestiere in ogni modo possibile, ma una menzione molto speciale va al cantante Remington per un’esibizione davvero eccezionale su ogni traccia.
Decisamente Fever Dream è tra le migliori canzoni. Dura ben 5 minuti e ci si potrebbe chiedere perché dovrebbe finire. Contiene momenti di transizione che rivaleggiano con artisti del calibro di "Welcome To The Black Parade" o "Bohemian Rhapsody", quindi non c'è da stupirsi che questa sia la title track. Da non lasciare inosservato l’assolo di chitarra, fantastico! Il sing-a-long alla fine è contagioso. Sembra ci siano più cantanti, Sebastian dimostra il suo talento dinamico in tutta la sua forza in questo pezzo.
Altro brano da ascoltare bene è Punching bag una canzone vivace e ottimista che in realtà è super deprimente nel contenuto dei testi come quando dice ” I can be your Barbie, I can say sorry I can do whatever you want Go ahead and slap me if it makes you happy”. Un Remington in modalità auto-disprezzo che esclama di crogiolarsi nei suoi tratti terribili e chiede di essere usato come un sacco da box. I momenti di chitarra post-ritornello che poi continuano per tutto il tempo, mostrano il talento del chitarrista Sebastian Danzig con un riff molto melodico.Con Eternal life apre l’opus con un'acustica semplice che crea la scena e ti trasporta in una terra mistica fin dall'inizio. Remington mostra subito le sue dinamiche vocali con un piccolo momento di urlo roco lanciato attorno alle melodiche più morbide. Proprio mentre il momento più dolce dei tasti va e viene, questa introduzione inizia a crescere prima di portare la mente altrove.“Help me, can anybody help me” è urlato nel pre-ritornello che imposta questo numero molto ballerino. La linea di basso durante i primi due minuti è un'atmosfera groovy 10/10, prima che la traccia cambi ritmo e si trasformi in un ponte operistico che si conclude con Remington che supplica: "I’m holding out my hands and changing everything I hate about myself”
Quindi riassumendo well done Palaye Royale