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Dead Meadow
Force Form Free
2022
Blues Funeral Records
di Giuseppe Celano
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Un nuovo album, il primo dopo The Nothing They Need (2018), per il trio statunitense Dead Meadow.
Jason Simon (chitarra e voce), Steve Kille (basso) e Mark Laughlin (batteria) confluiscono nella serie PostWax che prevede nove vinili in edizione deluxe, limitata, con copertina disegnata a mano e note del making of. Concepito come un segmento unico, scritto e registrato in remoto, Force Form Free sceglie una forma di ricerca altra attraverso la sperimentazione libera da tipche costrizioni formali. Otto tracce, dopatissime, sin dall'opener The Left Hand Path e della successiva The Lure of the Next Peak, sospinte da una propulsione di nuova generazione necessaria per un viaggio nelle oscure profondità siderali.
È una dichiarazione d'intenti, innescata dalla reminiscenza di Shivering King And Others, senza nessuna fretta di arrivare alla meta sfruttando gli intarsi elettrici delle chitarre in ripetizione che ripuliscono, come candeggina, e preparono la mente funzionano dell'ascoltatore per la fase successiva (Birth).
Attraverso reiterazioni mesmerizzanti, come un moto ondivago, costruiscono un sentiero sinistro e malevolo che preferisce decisioni individuali a discapito dei dogmi e delle credenze imposte, quelle sedimentate, le più difficili da sradicare. Non disdegnano alcune soluzioni armoniche meno indigeste ma catchy, Valmont's Pad, con passaggi acustici sostenuti solo da un wah-wah sepolto nel missaggio (To Let the Time Go By). Quello che sanno fare meglio, da sempre, è sfornare una spirale psicotropa sostenuta dalla vite senza fine delle ghost note e dal drumming frastagliato, quasi jazz (Face Form Free).
Sei minuti in cui l'ipnosi regressiva, indotta da un loop killer, continua a procedere al contrario in questa discesa nei meandri della mente alla ricerca del proprio IO, di emozioni e ricordi custoditi nei recessi più profondi dell'inconscio attraverso la conclusiva Binah.
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//www.youtube.com/embed/xgxUvSjLudU
09/12/2022 -
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