Cosa spinge una band come i Metronomy a tirare fuori una versione speciale di “Small World“ a meno di un anno dalla sua pubblicazione? Il vil denaro potrebbe essere una risposta plausibile, accettabile al pari della volontà del gruppo britannico di offrire una prospettiva differente a un disco tanto breve quanto intenso, anch’esso figlio della maledetta pandemia che ha sconquassato il mondo intero.
Il quintetto inglese non si è però limitato a rimpolpare l’offerta musicale con brani inediti o remixando quelli di illustri colleghi, bensì ha ben pensato di rivisitare i nove brani di cui si compone Small World per accomodare la partecipazione vocale di artisti e gruppi come Sébastien Tellier, Katy J Pearson, Panic Shack e molti altri ancora.
Non parliamo di semplici featuring, nient’affatto, d’altronde basta affiancare le tracce originali e le versioni alternative delle stesse per cogliere e apprezzarne le differenze. “Life and Death” acquisisce così una maggiore carica sonora, grazie alla verve dei Porij, mentre il contributo dei PPJ aggiunge un tocco franco-carioca in “Things will be fine” davvero niente male.
In maniera oculata e intelligente, la scelta degli “invitati” da parte dei Metronomy è ricaduta su nomi con una certa affinità con i generi suonati dalla band d’oltremanica, come quello dell’eclettica Katy J Pearson che in “Love Factory” mette d’accordo un po’ tutti con la sua accattivante voce racchiusa in un inno all’amore puro.
Con “I lost my mind” ritornano invece le atmosfere danzerecce dei bei tempi andati che alla lontana (ma molto alla lontana eh) riportano alle mente successi come “Can't Get You Out Of My Head”, con Jessica Winter nelle vesti della Kylie Minogue di turno. In chiusura c’è spazio per quel “pazzo” pezzo da novanta di Sébastien Tellier con “J’en ai assez vu”, la versione francese di “I have seen enough” dove il cantautore francofono regala un’ottima performance delle sue.
Alla fine della giostra, quando le ultime note del disco vanno inesorabilmente a scemare, si arriva ad apprezzare la nuova veste musicale che dona a Small World dei Metronomy una profondità sonora tutt’altro che scontata, anche per via della varietà di artisti che hanno risposto presente all’appello del gruppo inglese, bravi nel rendere ancora più speciale un album comunque piacevole da ascoltare anche nella sua versione originale.