Dopo Iniziali (La Stanza Nascosta Records, 2021) Il poeta e cantautore toscano Giovanni Luca Valea torna a farsi sentire con La disciplina del sogno.
Degna di nota l’apertura dell’ep, con Sì!, quasi un rondò, con un episodio che viene mantenuto fisso e altri episodi presentati in tonalità differenti e di carattere, particolarmente riuscito nella parte testuale: ti ho vista splendere e oscurare e mi è venuto come da pensare che avessi fatto un po’ di confusione tra il cielo ed il mare.
L’ep è stato preceduto dal singolo Colibrì, autentico gioiellino, con una bella “folgorazione” aforismatica (Perché l’unica luce è essere amati sulla terra, sopra questa terra); un plauso al violino di Elia Martellini.
L’intero lavoro beneficia dell’humus poetico dell’artista, capace di confezionare testi dalla forte fibra poetica. Piccola, vecchia morte da quale parte del letto dormirai questa notte?Il tuo silenzio è già affetto. E qualche volta il dolore viene per conto dell’amore- canta Valea in Vivo in modo straordinario, a nostro giudizio il momento più alto, a livello emozionale, di un lavoro che prende le mosse dal cantautorato colto anni settanta ma non resta ingabbiato nelle maglie del genere.
Rispetto al precedente Iniziali la vocalità di Valea risulta meno acerba e più convincente, anche se, a tratti, ancora non precisissima a livello tecnico. Virginia Settesoldi e Claudio Biancalani hanno fatto un buon lavoro di arrangiamento ma -a nostro avviso- si avverte la mancanza della mano di Salvatore Papotto, che aveva firmato sapientemente gli arrangiamenti del precedente “Iniziali” e avrebbe forse potuto fare la differenza anche in questo caso, nel senso di una ancora maggiore, benefica, “forzatura” dei codici tradizionali della canzone d’autore.
Un tocco più marcato di sperimentalità sonora gioverebbe ad un artista che si riconferma, comunque, tra i più interessanti della scena attuale per capacità narrativa e intensità interpretativa.