Nuovo album per la compositrice newyorkese Faten Kanaan, un disco che costituisce il seguito ideale del sorprendente “A Mythology Of Circles”, uscito nel 2020.
Questo lavoro - ugualmente interessante e ricco di legami fra scena “underground”, minimalismo ed elettronica - si intitola “Afterpoem” e possiede una caratteristica particolare: una volta che inizi ad ascoltarlo, sospendi ogni cosa, allontani qualsiasi pensiero e ti immergi nel vortice inquieto ed incalzante disegnato a tinte oscure da questa bravissima artista, musicista e produttrice, residente a Brooklyn. Un album essenzialmente strumentale, fatta eccezione per i cori ancestrali della stupenda “Votive”, un disco affascinante e notturno che prende le mosse dalla lunga esperienza musicale di Faten Kanaan, cresciuta con la “ambient music” e con il minimalismo di Steve Reich, specializzatasi poi nella rilettura alla luce dell’ avanguardia di temi neo-classici; collaboratrice in seguito di Philip Glass per la colonna sonora di diversi film , fra i quali “The Photographer” e il leggendario “Koyaanisqatsi”.
Il disco è relativamente breve: appena trentaquattro minuti suddivisi in tredici nuove composizioni, molto evocative e potenti, che rispondono a titoli suggestivi come “Florin Court”, “Trenchcoat”, “Falconers” e la fantastica “Domari’s Lamp”. Senza ricorrere all’uso di “sequencer”, Faten Kanaan riesce a dare contenuto musicale a “loop” elettronici carichi di atmosfera, che interagiscono con melodie quasi orchestrali, frutto di rielaborazioni di motivi neoclassici. Siamo in presenza di una musicalità cinematica, che ricorre alla sperimentazione per esplorare mondi diversi e per facilitare la creazione di nuovi concetti ed immagini. Non mancano citazioni provenienti da contesti lontani nel tempo, come le sonorità barocche, o nello spazio, come i riferimenti alla musica mediorientale.
Il ricorso alle tastiere è dominante: crea situazioni musicali estremamente avvolgenti ed una tensione crescente in ogni composizione. Un album concettuale forse, ma ricco di dettagli e di intuizioni sempre molto originali, sia per quanto riguarda l’uso degli strumenti che per l’arrangiamento dei brani, che contengono sempre uno spiccato approccio verso una melodia interna, che non soccombe, che non è mai sopraffatta.
Album eccellente. Da ascoltare con estrema attenzione.
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