Dick Stusso S.P.  2023  Hardly Art Records di Giancarlo De Chirico

Terzo album per Dick Stusso (nickname di Nic Russo, compositore e cantante californiano) che torna a farsi ascoltare dopo diversi anni di silenzio. Dick viene indicato da più parti come il nuovo fenomeno del rock underground americano e - dopo aver ascoltato bene questo suo nuovo lavoro - bisogna dire che c’è del vero in quelle affermazioni. Il disco si intitola “S.P.” ed è praticamente il seguito ideale di “Nashville Dreams / Sings the Blues”, uscito nel 2015.

Brani come “Garbagedump” , una ballata strampalata ma davvero gustosa, oppure come “A Fairly Normal Guy”, “Dinner For Two” e “Self Reflection” riflettono bene l’universo anomalo in cui si trova immerso il personaggio Dick Stusso, “alter ego” di Nic, che si rivela perfettamente a suo agio nella sua follia, in una dimensione che lo pone sempre a metà strada fra un “country folk” malato e un “rock and roll” acido, fra delle ballate acustiche spezzate e indolenti e delle soluzioni armoniche più aspre ed incalzanti. Ci sono piaciute molto - oltre ai singoli sopra citati - delle canzoni più temibili e oscure come “Rocking Machine”, “Big Money”, “Haunted Hotel” , “Tears Of Love” e “Part Time Apocalypse”, un pezzo fantastico in cui sembra di riascoltare il Lou Reed di “Transformer”.

In conclusione siamo in presenza di un album che si ispira in gran parte al “lo fi”, ma che non può neanche fare a meno di rivisitare il lato oscuro del rock and roll. Un lavoro molto originale, che ci piace così, poco organico e pieno di sorprese, sempre diverse, sparse lungo le diciotto tracce che compongono il disco. Un album che sembra destinato a ripetere - se non a superare - il successo ricevuto con “In Heaven”, pubblicato nel 2018.

Da ascoltare di getto e ad alto volume, senza farsi mai trascinare troppo in là dai ragionamenti.

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12/04/2023 -  ©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati