Quarto album per i Grandbrothers, il duo musicale svizzero tedesco che risiede a Dusseldorf, che sta conquistando sempre più consensi , che raccolgono pareri entusiasti, grazie ad un approccio veramente unico che mescola la musica classica contemporanea all’elettronica , al minimalismo e all’ambient.
Il disco si intitola “Late Reflections”, è composto da materiale inedito ed è stato registrato interamente dal vivo durante un concerto tenutosi nella Cattedrale di Colonia, monumento simbolo dell’architettura gotica. Composizioni come “Daybreak”, “Infinite”, “On Solid Ground”, “Yokohama Rascals”, “Bloom” e “Vertigo” - ideate appositamente per essere suonate all’interno del Duomo - mescolano il vecchio e il nuovo modo di fare musica in un modo che è lineare, fluido e sapiente, senza mai procedere a forzature. La costruzione delle armonie è generata come al solito da due fonti: un pianoforte "trattato" e una “consolle” con campionatore e sintetizzatori.
Invitati dall’architetto Peter Füssenich, i Grandbrothers che - pur non essendo religiosi - sono sempre stati attratti dalla storia e dalla architettura della Cattedrale di Colonia, hanno risposto positivamente all’iniziativa. Era la prima volta che quel luogo sacro veniva concesso per un evento del genere e allora Erol Sarp, al pianoforte, e Lukas Vogel, all’elettronica, hanno studiato la cosa per bene: hanno deciso di suonare in solitudine e hanno registrato il loro concerto di notte, quando il fascino esercitato dal posto - incrementato dal silenzio - assumeva contorni indicibili. La “performance” dei Grandbrothers ha avuto luogo il 26 Agosto del 2022 ed è stata registrata da ARTE, una stazione tv specializzata nel trasmettere eventi del genere. In un secondo momento si è pensato anche di trasformare questo concerto in un album “live”, destinato a diventare memoria di quanto successo quella notte.
La musica contenuta su “Late Reflections” è stata composta per la Cattedrale di Colonia, non esisteva già. Questo il concetto di base, questa l’idea di partenza per apprezzare il disco, che si basa - come sorgente sonora -soltanto sulle note generate dal “grand piano” in questa occasione. Un album che ci regala atmosfere suggestive, quasi ipnotiche, grazie anche all’arte del riverbero, modalità cara ai Grandbrothers che compiono qui, su questo disco, il loro vero capolavoro.
Album da possedere ad ogni costo.
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