A cinque anni di distanza da “Il Secondo Tempo”, un album veramente bello, un invito a non abbattersi mai, un disco che sottolinea come tutti noi - sia nello sport che nella vita - abbiamo sempre una seconda possibilità, arriva il nuovo album di Filippo Andreani, cantautore nato a Como nel 1977, appassionato di pugilato e di calcio, ma anche militante punk con gli Atarassia Grop dal 1993. Filippo si è orientato poi verso la canzone d’autore a cominciare dal 2008, data di inizio della sua carriera solista, ma non ha mai messo da parte quella carica, quell’energia viscerale, che avevano segnato il suo esordio sulla scena “indie punk”.
Il nuovo disco si intitola “Detto Tra Noi”, un lavoro scritto e prodotto dallo stesso Andreani che si supera sia musicalmente che per la qualità dei testi. Dieci brani originali introdotti dalla campionatura della voce di Mohamed Alì che recita una delle sue frasi più celebri “ I Will Show You How Great I Am”. La foto di copertina, ispirata ad un ritratto di Alì realizzato da Flip Schulke, vede Filippo che si mette in guardia, che è pronto a lottare, ma l’acqua lo sovrasta e gli impedisce di respirare. Una immagine che riassume in sé la poetica di Andreani ma anche il senso complessivo del disco, che indaga sulle dinamiche della rivoluzione e su quelle dell’accettazione, sulle illusioni e sulle disillusioni. Bellissima “Undici Metri”, una canzone dedicata ad Agostino Di Bartolomei, il leggendario capitano della Roma che si è suicidato il 30 Maggio del 1994, il giorno dell’anniversario della finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma contro il Liverpool dopo i calci di rigore.
Un canto che sa essere insieme dolce e straziante, un atto d’amore per Roma, la sua città, a cui chiede perdono per il vuoto che lascerà. Altrettanto valida “1977” , il primo singolo tratto dall’album, un titolo che racconta l’inizio del movimento di protesta nelle università e nelle strade in tutte le città italiane, ma che è anche la data del suo anno di nascita. Era un periodo ricco di fermenti nuovi e di passioni forti, allora Filippo ha inteso ricordare questa fase con una canzone d’amore dalla struttura semplice, ma potente, dotata di un’energia interna fantastica, eredità del suo mai celato animo punk.
Molto belle anche canzoni come “Rivederti Ancora”, una “slow ballad” acustica dedicata al padre, come “Compagni di Banco” e come la delicata “Sottopelle”. Un disco che merita la vostra attenzione, un album sempre ricco di spunti diversi e che suona come voleva chi l’ha scritto, senza maschere, senza finzioni. Musica vera, che è frutto di esperienze personali e di riflessioni sul nostro passato recente.
Con questo suo nuovo lavoro Filippo Andreani si inserisce a pieno titolo all’interno di quella poco nutrita schiera di cantautori italiani che ancora oggi vale la pena ascoltare.
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