Prezzo proibitivo per un doppio LP, e solito ricatto psicologico esercitato sugli appassionati dalle menti calcolatrici che architettano il Record Store Day: costa troppo? Nessuno ti obbliga a comprarlo. Poi te ne pentirai, e se lo trovi ancora lo pagherai quanto meno il doppio…
Poco da aggiungere per i devoti agli Hüsker Dü. Se anni fa si sono messi in casa il favoloso box “Savage Young Dü” (recensito nella nostra rivista), è probabile che non si faranno sfuggire questa uscita della Reflex Records, documento di esibizioni dal vivo risalenti al 1979 e al 1980.
Molti titoli in comune con quelli in scaletta nel cofanetto, ma qui si tratta di esecuzioni dal vivo, spesso mozzafiato, precedenti alla pubblicazione del primo singolo della band (“Statues”, 1981).
Impetuosità e ritmi a manetta sono tipici dell’hardcore punk (“Sexual Economics”, “Gilligan’s Island”, “What Went Wrong?”, “MTC”). Grant Hart martella la batteria con foga su un tappeto di distorsione (“Insects Rule The World”, “All Tensed Up”, “Do The Bee”), ma affiorano spesso brandelli di melodia costruiti su cori, armonie vocali o sugli “accordi aperti” o sui lick di chitarra di Bob Mould (“I’m Not Interested”, “Do You Remember?”, “All I’ve Got To Lose”).
Il basso vorticoso di Greg Norton fonisce compattezza a questo magma prodigioso, crogiolo di asperità sonore e dolcezze quasi pop.
Con “Industrial Grocery Store” gli Hüsker Dü hanno già definito il modello di canzone orecchiabile che svilupperanno tra i solchi degli album “Candy Apple Grey” (1986) e, soprattutto, “Warehouse: Songs and Stories” (1987).
“Nuclear Nightmare” è un ronzio di sei corde mulinanti; la cupa “Don’t Have A Life”, “Drug Party” e “Statues” presentano l’anima più sperimentale del gruppo, con performance dilatate, ipnotiche, dissonanti. Ogni tanto, i tre mostrano di essere capaci di rallentare senza perdere intensità (“Termination”, gemella della splendida “Diane”; “Call on Me”).
Le liner notes molto personali e sentite (anche se, forse, un po’ troppo enfatiche) a cura di Thurston Moore, la copertina apribile, e le immagini riprodotte nelle buste interne contribuiscono a rendere “Tonite Longhorn” un titolo da non trascurare.
Un’altra trappola del Record Store Day: da evitare con saggezza oculata, o nella quale cadere con languido abbandono
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