Quarto disco per il cantautore e scrittore Alessio Arena. "Marco Polo" ha la produzione artistica di Arcangelo Michele Caso e contiene undici tracce.
Si entra subito in un clima etnico con "Il paese che non c'era" ("Profughi albanesi a Buenos Aires, turchi e croati vanno a messa nel deserto di Atacama, studenti inglesi ed esuli cubani saltano sopra quel che resta del muri di Berlino, madri siriane implorano un respiro al dio Mediterraneo") sostenuta da chitarre classiche, flauto e percussioni, queste ultime caratterizzano anche la successiva "L'orso" ("Non ho ancora sentito il tuo odore, l'amore che mi porto addosso non l'ha sognato su un crocifisso, l'orso") che ha richiami al prog Italiano. Si prosegue con la mediterranea "Epistolario" ("Epistolario io ti ho tanto amato e ti ho perduto tra le mie righe inconcludenti che non sanno accarezzarti") e il flamenco sostenuto dagli archi nella passionale "Jastemma", cantata in napoletano con Roberto Colella.
Chitarra acustica ed elementi sinfonici tratteggiano "Moby Dick" ("Come il resto dell'umanità ho un cuore mutilato e canto come un animale ferito o come una sirena incatenata per non inseguire la chimera"), chitarre elettriche protagoniste in "Kublai Khan" cantata in spagnolo. Archi e chitarra portoghese rivestono " 'A felicità" della giusta atmosfera partenopea, invece "Gianni" ("Il talento di restare in piedi lo hai imparato quando il resto si era addormentato in un brutto sogno, sei il mio lato buono di tutte le foto di famiglia, la mia più sincera vanità, tutto il mio entusiasmo") è una dedica affettuosa con i fiati che la rivestono di jazz. Si sente il Sudamerica nella Milonga "Espina" , "Serenata"("Non so se abituarmi all'eternità della tua risata che ride al tempo, ha un po' più di senso una qualunque serenata, quando ad ascoltarla ci sei tu") è tratteggiata dalla tromba con la sordina e dalla chitarra semiacustica.
Chiude il disco "Mio padre, la luna" ("Quelli come me non possono fiorire su questa terra scura, ma hanno solide radici sulla luna, il mondo è buio ma la luce sta negli occhi tuoi, per vivere una stella cerca la sua notte scura, questo lo ha detto mio padre, la luna") uno swing pennellato dalla tromba di Antonio Imparato. Un disco necessario e affascinante, che crea una cosmopoli di sonorità, di culture, di tradizioni con una scrittura vera e incisiva. Arena ci porta in viaggio , come un vero Marco Polo e nelle sue composizioni si respirano gli odori delle spezie e la purezza della seta di un'Asia immaginaria, che possiamo scoprire solamente ascoltando questo concentrato di grande bellezza.
Tracklist
Il paese che non c'era L'orso Epistolario Jastemma (con Roberto Colella) Moby Dick Kublai Khan 'A felicità Gianni Espina Serenata Mio padre, la luna
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