Nuovo album per Hauschka, “nickname” di Volker Bertelmann, compositore tedesco residente a Dusseldorf.
Pianista di grande talento, con una formazione classica alle spalle, Hauschka ha avuto modo di entrare in contatto con generi musicali diversi, dal rock all’hip-hop fino alla musica techno. Questo gli ha permesso di affinare la sua creatività e di sperimentare nuove forme espressive, pur restando sempre nell’ambito della musica classica moderna. Il soprannome Hauschka si spiega attraverso due motivazioni: un tributo nei confronti del compositore boemo Vincenz Hauschka e una citazione divertita che riguarda i prodotti di bellezza del Dr. Hauschka, ai quali ricorre spesso sua moglie. Vi ricordo che proprio quest’anno Hauschka ha vinto il premio Oscar come migliore colonna sonora grazie alle musiche da lui composte per “Niente di Nuovo Sul Fronte Occidentale” e che di conseguenza c’era molta attesa per “Philantropy”, il suo quindicesimo disco solista.
Dodici tracce in tutto, naturalmente solo strumentali, ma molto ben strutturate ed eleganti. Titoli come “Nature”, “Science”, “Altruism”, la bellissima “Loved Ones” o ancora “Noise” illustrano musicalmente un mondo diverso, basato sui concetti di “carità e benevolenza”, parole desuete ormai, che non vengono mai articolate di questi tempi. La tecnica è sempre la stessa: quel piano “preparato” che gli permette di esplorare tutte le risorse che gli offre lo strumento, programmato in modo tale da ottenere una gamma di suoni infinita. Il ricorso all’elettronica, non è mai invadente e il suono altamente percussivo del suo pianoforte deriva anche dall’idea di inserire all’interno del suo strumento oggetti di uso comune come elastici, corde, martelletti, pezzetti di legno, gomme da cancellare, fogli di alluminio e palline da ping-pong.
“Philantropy” è un album diverso rispetto ai precedenti: ugualmente intenso e ben suonato, ma di certo meno angoscioso ed inquietante. Questo perché Volker Bertelmann ha voluto scommettere sul futuro, ha voluto mostrare quello che è il suo Amore per l’Umanità, malgrado tutto, e ha creato composizioni più aperte che ci fanno entrare in un’atmosfera positiva. Rimane un disco concettuale, ma non lontano dalla vita reale. Al contrario possiede un’anima romantica, custodita in un luogo ideale dove elettronica, “ambient” e musica da camera si mescolano con rara bellezza e autenticità.
Da ascoltare.
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