Cantautore, poeta e ora anche scrittore (è appena uscito il suo romanzo “Una vecchia valigia”( NeP Edizioni) Giovanni Luca Valea è un artista completo, con un quid di estremamente personale ed autentico che riversa nelle sue diverse manifestazioni artistiche.
L’ultimo lavoro in studio, l’album “Canzoni” (La Stanza Nascosta Records), che arriva dopo Iniziali (La Stanza Nascosta Records, 2021) e La disciplina del sogno (La Stanza Nascosta Records, 2023) ritrova, agli arrangiamenti, la mano sapiente del produttore e musicista Salvatore Papotto, che era mancata, come avevamo avuto modo di sottolineare, in “Iniziali”, penalizzandolo leggermente.
Giovanni Luca Valea non è un cantante, non ha una voce, sotto il profilo tecnico, immune da pecche. E’ un cantautore, però, che scrive cose bellissime e le interpreta in modo sentito e potente. E’ difficile trovare tra i giovani autori una penna come la sua, capace di testi dall’intensa fibra poetica.
E’ un coraggioso Valea, uno che parla di politica nei suoi dischi e che non ha paura di ammetterlo, nel timore di essere escluso da certi giochi per le sue affermazioni.
E’ un coraggioso, inoltre, perché parla di amore, di rabbia, di vendetta, e lo fa con una carica straordinaria di umanità.
“Le navi al tramontare” (testo di Valea e musica, splendida, di Nuccio Corallo) è un gioiello di canzone d’autore, epopea delle migrazioni che ha il pregio di intrecciare microstoria, macrostoria e poesia. Un brano dall’eleganza classica, destinato a imprimersi in modo indelebile nel cuore di chi ascolta.
Degna di nota anche I Mulini del Signore: una canzone così bella, così profonda, così perfetta da sembrare un piccolo miracolo. Si ascolto il brano, ci si soffermi sul testo, che sembra percorso dalla magia di certi passi de La Buona Novella di De André.
Mia sorella darà alla luce/è in viaggio nell’amore/qui non viene la sua voce/e il silenzio calma il rumore.Tra le baracche del Signore/una donna apre le mura/ sì, è questione di ore/tra la controra e la calura. E ci sono uomini di legge e cavalieri di bassa lega/ma il Signore veglia sulle greggi/la sua spada non spiega.Questa vita è fatta di gente/e c’è da credere
che gli ultimi non valgano niente/solo se i primi non varranno niente nelle baracche del Signore
tra le vette e il dolore. /Mia sorella darà alla luce/io sono all’oscuro/ma c’è una voce così dolce
un vento che rispetta ciò che è sicuro/E ora le baracche del Signore sono prati sconfinati,
i suoi mulini che macinano per ore/il riposo per i diseredati./Ma il piccolo sogno che non ha forma/è già il mio respiro che torna/e nessuno può far sfiorire ciò che non esiste ancora/Questa vita è fatta di gente/ e c’è da credere che gli ultimi non valgano niente/ solo se i primi non varranno niente/ nelle baracche del Signore/ tra le vette e il dolore/ In fondo è facile da dire ma può suonare strano,i mulini del Signore macinano e toccano la mia mano.
Riuscitissima anche James Dean, che cattura fin dal ascolto e che, a nostro avviso, sarebbe un altro potenziale singolo, dopo l’emozionante La Costellazione del cane (accompagnata da un videoclip capace di trasfigurare l’orrore e accendere una lucina di speranza).