A due anni da "Fragile", torna la cantautrice leccese Dalila Spagnolo, che lo scorso luglio ha vinto il premio Civilia.
Il nuovo lavoro intitolato "La fame nelle scarpe" (bello l'artwork di Gabriele Marino') è prodotto, arrangiato mixato da Luigi Russo e contiene dieci tracce scritte dalla Spagnolo. Voce recitante, elettronica ed archi tratteggiano l'iniziale "Prelud'io" (I miei timori sono bambini e i bambini si accompagnano, i bambi sono come semi e si annaffiano, i bambini sono germogli e non si strappano) che ci porta ai ritmi trascinanti di "Alberi d'esterno" ("E la cosa giusta, non è forse questa? Continuo a camminare nella mia verità"). "L'erba voglio" si muove tra funky e soul, "Faut paus doute' de moi" ha sapori etnici, con la lingua francese, impreziosita dalla voce e dagli strumenti africani di Petit Solo Diabate'.
Più delicata è la successiva "Tracciare le distanze", cullata da violino, violoncello, tastiere e chitarra acustica, molto intensa "Interludio (portami via)" ("Portami dove posso conservare le lacrime, così che non siano vane come sempre, sono stanca di sprecare questi vuoti, portami dove posso riempirli ") dove il parlato è sostenuto da nebulosi synth e fiati. "Forse" è una ballata elegante e raffinata, "Superpower" è cantata in inglese ed ha una ritmica serrata e una melodia accattivante. Ancora magiche atmosfere in "Quel Santo Giorno" ("Ed è cominciato lì quel Santo giorno in cui la vita mi ha regalato un senso a tutto quello che avevo già sofferto e che soffrirò, una culla per tutto quello che soffrirò ") con un bel connubio tra pianoforte, batteria e archi, in chiusura troviamo "Crisci figghia mia" dove gli intrecci vocali tra la cantautrice e la collega Rachele Andrioli ci portano alla musica popolare, come si coglie anche dall'uso del dialetto.
Dalila Spagnolo si definisce una "cantautrice di fragilità" , lo è perché ci racconta la vquotidianità con i suoi problemi, con le sue debolezze, con gli amori sofferti. E lo fa con una scrittura diretta, asciutta, con una vocalità sicura e con le giuste sonorità, che spaziano dall'elettronica al pop, senza tralasciare la world music e la sperimentazione. "La fame nella scarpe" è un lavoro valido, ben curato, che ci sazia di suggestive vibrazioni.
Tracklist
Prelud'io Alberi d'esterno L'erba voglio Faut paus doute' de moi (feat Petit Solo Diabate') Tracciare le distanze Interludio (portami via) Forse Superpower Quel Santo Giorno Crisci figghia mia (feat Rachele Andrioli)
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