È stato pubblicato De André#De André Storia di un impiegato, l’opera rock che Cristiano De André ha portato in tutti i teatri italiani, dal Carlo Felice di Genova al Parco della musica di Roma, agli Arcimboldi di Milano, da Nord a Sud, ottenendo ovunque un sold out. E tra i momenti più importanti anche il concerto all’Arena di Verona con la Pfm e la consacrazione con la vittoria del premio Ciampi
Il CD si è fatto attendere, (il tour si è svolto per un anno prima della pandemia), perché nel frattempo era stato pubblicato un Dvd, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, già recensito a suo tempo da Extra Music Magazine. Era quello un docufilm con dentro le canzoni del tour.
In Storia di un impiegato di Cristiano, la poesia dell’ironico cantore degli ultimi si veste di rock trasformando le nove canzoni dell’album in musica di resistenza e del sogno. Arrangiamenti nuovi e tanta musica in più, rispetto all’originale, scritta da Cristiano De André assieme a Stefano Melone.
In teatro accadeva che il colore della musica si fondesse coi suoni delle strade degli anni Settanta ridondanti di manifestazioni di protesta e alla base di un film della regista Roberta Lena che veniva proiettato alle spalle della band. La rama del romanzo musicale è nota: un impiegato ascolta una canzone di lotta del maggio francese; è una sorta di bilancio delle barricate parigine in cui si evocano le tappe della rivolta: fabbriche chiuse, studenti arrestati, scontri con la polizia. La musica sottolinea le parole della rivolta. Il protagonista del disco è un cieco burocrate senza qualità, in preda ai suoi piccoli riti e le abitudini di una vita grigia. Rispetto ai giovani scesi in piazza è uno spirito solitario che vuole riscattare la sua vita piatta con un gesto violento e rivoluzionario facendo esplodere una bomba.
La prima parte del disco si chiude con un sogno: il giudice informa il bombarolo che il potere è sempre stato a conoscenza di ogni sua mossa e lo ha lasciato fare perché il sistema si ricicla ma resta intatto. La bomba, insomma, era eterodiretta.
La canzone del padre è uno dei momenti chiave. All’oscuro impiegato viene chiesto (sempre in sogno) se intende prendere il posto del padre ucciso in un sogno precedente. Il compito sarebbe facile, limitato a dare ordini ai più deboli e lasciare tranquilli i potenti, un concetto espresso attraverso una metafora delle barche piccole e grandi da far passare o deviare.
Ma il sogno dura poco, il travet si sveglia e minaccia il giudice. In un delirio di onnipotenza l’impiegato fabbrica la bomba da gettare contro il parlamento ma sbaglia e colpisce un’edicola. Dal carcere scrive una lettera d’addio alla propria donna, una delle più bella canzoni d’amore in assoluto: “Verranno a chiederti del nostro amore”, l’unica del disco che Fabrizio eseguiva in concerto. Le altre no perché “Storia di un impiegato o si suona tutto o non si capisce”, diceva. Nella conclusione del racconto si racchiude la chiave di lettura del disco: “Non ci sono poteri buoni” e ancora: “Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”.
Il gruppo suona alla grande e si diverte: Cristiano (voce, chitarra classica, acustica, violino elettrico e pianoforte); Osvaldo Di Dio (chitarra elettrica acustica e voce); Riccardo Di Paola (piano, tastiere e programmazioni); Davide Pezzin (basso, synthbass e voce); Davide De Vito, (batteria e percussioni elettroniche).
Il disco è stato registrato da Giancarlo Pierozzi nei concerti di Roma, Padova e Milano. Un lavoro importante, quello di Cristiano, perché veste con un abito nuovo un disco del 1973 che oggi è più attuale che mai. Ora per Cristiano De André è tempo di nuovi progetti: nella tarda primavera partirà un nuovo tour, un nuovo spettacolo e tra un anno un CD di inediti.
De André#De André Storia di un impiegato Live Produzione: Warner Music, Intersuoni, Nexo Digital
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