“Stati Uniti negli anni novanta “. Non è una semplice titolo introduttivo, è qualcosa di più, è un’espressione che ci immerge nei ricordi, che ci porta a rimembrare come nascono le più importanti evoluzioni, innovazioni tecnologiche, gli eventi più importanti che hanno segnato la creatività artistica in tutti i campi.
In questo periodo, se analizzassimo il sostantivo COLLAGE, avremmo molto di cui trattare. Non parliamo solo di un contesto in cui l’istruzione è al primo posto, parliamo di una dimensione in cui i ragazzi riflettono tanto, inventano, rinnovano. La musica, qui, è il fulcro di tutto questo.
Nei collage, il genere dell’indie Rock e del punk, è un concetto che si vuole concretizzare a tutti i costi. Ci si organizza al meglio per creare band che danno vista a una musica capace di esprimere le proprie emozioni più complesse manifestate da una congiunzione di cui i riff delle chitarre, i ritmi alternanti delle percussioni e i testi ne sono i protagonisti; congiunzione che è arrivata al mondo attraverso nomi importanti come “NIRVANA”, “ALICE IN CHAINS”, “PEARL JAM”.
2006, Foligno, Umbria. Non è un Paese qualsiasi, è uno spazio in cui, un giovane chitarrista e cantante chiamato Diego Masciotti, una bassista, Giovanna Vedovati e un batterista Nicola Vedovati, decidono di dare importanza a un verbo: “CONTINUARE “, continuare ad esprimere gli stati emotivi più inspiegabili con le sonorità giuste, quelle che solo dimensioni dell’indie rock e post punk, nate in America negli anni novanta, garantiscono. Nasce, così, il nome di una band: TIGER! SHIT! TIGER !TIGER!.
Con loro, l’ascoltatore, non solo viaggia con la mente, immaginandosi nei garage, ad assistere alle prove dei più importanti gruppi, ma riesce a raffigurarsi, a comprendere quegli stati emotivi, racchiusi in raccolte come “BE YR OWN SHIT”, “FOREVER YOUNG” e “CORNERS.
Il talento, è riconosciuto subito, non solo dal pubblico, ma dalla scena indie rock che non si sottrae nel metterli in luce. Non per altro, infatti, gli affiancamenti sul palco con gli ice age, Kim Gordon e Chris Leo , e la loro selezione per suonare al CMJ di New York , testimoniano la loro ambizione.
Nel 2024, la creatività, spinge a loro, a registrare BLOOM, un album in cui gli esperimenti sui nuovi suoni raffigurano una delle più importanti caratteristiche. Con l’ausilio del tecnico del suono, Flippo Passamonti, i TIGER! SHIT !TIGER !TIGER !, pensano di mixare e registrare in analogico , una raccolta di tracce dove gli interpreti , decidono di mettersi a nudo , di raccontare il peso dei difetti, delle ferite e di dolori . Un peso che, però, non è fine a sé stesso, ma diventa qualcosa di positivo, perché viene rappresentato un punto di partenza per un cammino importante per la rinascita, quella creativa, quella che porta al benessere senza contemplare il passato.
Il messaggio viene espresso rapidamente dalla prima traccia con cui questa raccolta, inizia a comunicare, “Memory “i n cui il proprio passato, è importante per vedere il lato positivo anche nelle più nere atmosfere.
Nel singolo “Stones”, l’unione delle percussioni, chitarre in distorsione e bassi, rendono al meglio l’idea di una strada percorsa che termina con il resoconto con la propria persona, quella autentica che porta a cancellare l’orgoglio e chiedere amore dopo una fine.
In “Endless”, invece, i T.S.T.T, vogliono invitare l’ascoltatore a riflettere sulle ruminazioni, a comprendere che non sempre le strade si mascherano da perdita ma che in realtà sono un ritrovo . Lo fanno, portando l’ascoltatore in un percorso in cui batteria, chiatarra e basso, colorano la tenebrosa e tempestosa atmosfere, garantendo note di tensione durante questo cammino che si apre ai confini del mondo fino all’orizzonte.
Il perfetto ragionamento che si fonda sul fatto che il passato non si cancella, ma ci permette di avere i migliori strumenti per vivere il presente nel migliore dei modi, grazie al coraggio e fierezza nell’affrontare le difficoltà, è ben concretizzato in “Empty pool”, traccia in cui le figure retoriche che dipendono l’astratto, sono garantita anche da influenze come sonorità provenienti dal repertorio dei FUGAZI. Album consigliabile se si è convinti che la musica dipinge i viaggi per la più importante meta: sé stessi
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