Tre anni dopo “Flock”, album del 2021, un lavoro veramente pregevole, arriva “Love In Constant Spectacle”, il nuovo disco della talentuosa Jane Weaver, protagonista assoluta di quell’ area non convenzionale presente nella scena pop britannica.
Vocalist raffinata e intelligente, poco incline alla ribalta mediatica, la Weaver ci regala un’altra perla della sua lunga produzione solista (è il suo dodicesimo album). Nell’occasione Jane torna ad affidarsi a John Parish, noto per la sua collaborazione con PJ Harvey, ed è la prima volta dopo tanti anni che lei lascia il controllo delle sue composizioni a qualcun altro. Scelta ben riposta, perché il risultato finale è davvero bello: dieci pezzi originali, intricati e complessi, ma sempre molto gradevoli; una attenzione maniacale ai dettagli e atmosfere dolcemente surreali sono le caratteristiche principali di un album sofisticato e ipnotico. Preceduto da “Perfect Storm”, il primo singolo, un brano morbidamente infarcito di sintetizzatori, “Love In Constant Spectacle” non si discosta molto dalle precedenti pubblicazioni della Weaver, ma aggiunge elementi di natura poetica e riflessioni intime all’interno delle liriche delle nuove canzoni.
Jane ci parla di sentimenti, dell’importanza di un amore ricambiato, della fragilità della condizione umana, della sofferenza generata da una perdita. Ci sono piaciuti molto brani come “Emotional Components”, “The Axis And The Seed”, “Univers” e “Romantic Worlds”, sofisticate “slow ballad” che ripropongono l’impronta melodica e anche un pò malinconica dei suoi esordi. Molto bella anche la “title track”, “Love In Constanct Spectacle”, un pezzo vagamente “seventies” che ricorda - per quel crescendo nervoso ed elettrico - certe cose di Bowie. Da segnalare inoltre una composizione per lei atipica come “Is Metal”, una sorta di hard rock intriso di musica psichedelica, e la bellissima “Family Of The Sun”, un brano tappezzato di sintetizzatori, ma molto evocativo e carico di atmosfera.
In fase di composizione Jane Weaver si è ispirata molto al mondo del cinema e si è soffermata su come il linguaggio possa orientare le nostre percezioni e - più in generale - le esperienze umane. Sul piano musicale si nota una accentuazione della sezione ritmica in quasi tutte le nuove tracce, un ricorso frequente ai sintetizzatori e ingredienti propri della musica d’avanguardia. Un ulteriore passo in avanti quindi nella carriera artistica di Jane Weaver, che non finisce mai di sorprenderci e che ci regala un altro buon disco.
Album da procurarsi al più presto.
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