Andrea Van Cleef Horse Latitudes  2024  Rivertale Productions di Giuseppe Celano

Arrivato al quarto lavoro da solista, registrato in parte nello studio Smilin' Castle Productions (Texas) di Rick Del Castillo, collaboratore del regista Robert Rodriguez, il nuovo parto vira verso atmosfere southern rinforzate dalla partecipazione di Matthew Smith. Terminato in Italia alla Buca Recording Studio, insieme all'ingegnere del suono Simone Piccinelli e i musicisti con cui suona da tempo, l’album si fregia della collaborazione con Dana Colley, sassofonista dei Morphine, band di riferimento da cui Andrea trae molti spunti per le atmosfere southern mentre.
Ispirato dalla cinematografia western, combinata alla musica folk, e corredato di sezioni melodiche mutuate dai Boston, funge da riflessione personale sul significato dell’esistenza e del proprio percorso.
Il primo singolo A Horse Named Cain, corredato di un video in b/n diretto da Angelo Maffioletti si snoda attraverso visioni sciamaniche e inquadrature suggestive che omaggiano la cinematografia noir, è sospinta da una ritmica secca, accenti ipnotici e voce vicina a quella di Leonard Cohen in Waiting For a Miracle.
L’opera sfoggia arpeggi acustici e accordi morbidi della slide-guitar (Arrows), percorrendo le strade di Johnny Cash in The Longest Song dove il violino la fa da padrone.
Il resto è un viaggio dentro la cultura oltreoceano (Fire in My Bones) senza rinunciare ai propri confini geografici e a quel bagaglio culturale che l’ha plasmato, rappresentato dalla suadente e civettuola Come Home. Le origini delle radici americane (Slaughter Creek) scorrono come fotogrammi mentre vengono setacciate dalla sua lente di ingrandimento (The Disappearing Child).
Il sigillo è affidato a The Real Stranger in equilibrio fra percussioni morbide, basso sinuoso e le melodie del sax che, sommate alla timbrica vocale calda e avvolgente, esercitano un corteggiamento a cui è difficile sottrarsi.

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24/04/2024 -  ©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati