È uscito a fine aprile 2024 “Sanguivore Special Edition”(Spinefarm), edizione speciale di “Sanguivore”, probabilmente l’album più ambizioso realizzato finora dai Creeper, gruppo britannico molto vitale, attivo sul filone gothic rock, arricchito di tutta una serie di sfumature leggibili da una parte come un’evoluzione dark della Britpop, dall’altra come un approfondimento dell’emo hardcore.
I Creeper, costituitisi circa dieci anni fa a Southampton, sono attualmente composti da Will Gould (vero nome William von Ghould) voce, Ian Miles chitarra e backing vocal, Sean Scott basso e backing vocal, Hannah Greenwood tastiere, violino, chitarra, percussioni, backing vocal e in alcuni pezzi voce solista, Jake Fogarty batteria e percussioni, Lawrie Pattison chitarra.
Con il loro terzo album, uscito il 13 ottobre 2023 e preceduto dall’uscita dei singoli “Cry to Heaven”, “Teenage Sacrifice” e “Further Than Forever”, che non è solamente un concept album, ma una vera e propria rock-opera, potente e piena di sonorità particolari, con molteplici sfaccettature musicali, i Creeper si confermano come una della band più interessanti del panorama gothic rock.
L’album, come ha dichiarato il cantante della band Will Gould, è il coronamento di un desiderio che da un paio di anni i Creeper avevano: quello di uscire con un prodotto musicale ancora più dark di quanto fatto fino ad allora e il cui argomento fossero i vampiri.
A seguito della realizzazione dell’album è uscita adesso questa edizione speciale dello stesso, con due pezzi aggiuntivi: un remix del singolo "Cry To Heaven" e la cover di “Shadows of the Night”, un pezzo composto nel 1980 e diventato famoso nel 1982 grazie a Pat Benatar, adesso inserito appunto nella “Sanguivore Special Edition”.
Il pezzo iniziale, “Further Than Forever” è molto lungo (9’12”) ma ben congegnato e quindi non stanca l’ascoltatore: si passa da sonorità marcatamente epiche a sonorità più scintillanti, da assoli di chitarra notevoli ad armonie equilibrate. I passaggi dalla tonalità maggiore a quella minore, ripetuti durante il pezzo e congiunti ad alcune sonorità particolari, ricordano un po’ i Goblins e le loro colonne sonore, mentre l’uso dei cori richiama alla mente quelle di Keith Emerson.
Al di là delle evocazioni musicali il pezzo introduce con le varie melodie quell’alternanza concettuale, quell’antinomia santo / peccatore, bianco / nero, che si ritroverà nei pezzi successivi; un po’ troppo pesante forse il percuotere la campana dei piatti in alcuni punti, espediente tecnico che sovrasta le altre parti.
“Cry To Heaven” si distingue per il ritmo subito sostenuto, per un riff di chitarra e, più che altro, per il simbolismo dissacrante del testo “Cry to heaven / Cry to hell”, facente parte di quella contrapposizione concettuale che si ritroverà in tutto l’album e introdotta musicalmente dal primo pezzo. Risulta un po’ scontata l’introduzione con le sonorità di organo da chiesa, eccessivamente “flamboyant”.
Stupendo “Lovers Led Astray”, sia per il testo vagamente esiziale “Are you ready to release your final breath? / Are you ready to receive the kiss of death?”, sia per gli elementi musicali, a partire dalle voci femminili, ma anche con l’organo che riprende il riff del synth che ripetuto ad oltranza dalle chitarre lo fa delineare come il pezzo che più si avvicina al rock vecchia maniera.
L’introduzione di pianoforte di “More Than Death” rileva le belle sonorità della Yamaha MODX suonata magistralmente da Hannah Greenwood, la quale conduce un vero e proprio dialogo fra pianoforte e voce, dove le parole ““Death fears us, we don't fеar death” pongono all’ascoltatore il tema dell’immortalità, dell’andare oltre la morte, e della ricerca della luce oltre il buio apparente (“But you saw a light in the dark of me”). Nel testo della canzone si trova fra l’altro un richiamo esplicito a Lorraine Warren, una ricercatrice del paranormale, ispiratrice di vari film fra cui “The Conjuring”.
Potente l’entrata di “Shadows Of The Night”, un pezzo magnifico, una cover del pezzo diventato famoso nel 1982 grazie a Pat Benatar.
Molto ritmata, un po’ country, quasi ballabile, “Love and Pain”, una sorta di ballade cha parla di colpi di pistola (“Love and Pain, are one and the same // Gun for me, sit down, take aim”), dove i violini, prima della ripresa finale del chorus, danno un senso di chiusura pacata grazie alla chitarra acustica che recupera il giro armonico, infine ripreso da una sonorità di armonium.
Piacevole “Phantom Fantasia”, con una voce bellissima e le sonorità vagamente russe grazie al ritmo utilizzato e gli strumenti usati, mentre le parole “You were throwing bodies over / Boy, just to see if they would float” sono un sotteso richiamo al dipinto Ophelia del preraffaellita John Everett Millais.
Nel complesso davvero un magnifico album, suonato e cantato in modo magistrale, sicuramente apprezzabile anche da chi non è un amante del gothic rock.
TRACKLIST Further Than Forever Cry To Heaven Sacred Blasphemy The Ballad Of Spook & Mercy Lovers Led Astray Teenage Sacrifice Chapel Gates The Abyss Black Heaven More Than Death Shadows Of The Night Love And Pain Phantom Fantasia Cry To Heaven - Count Dalgula's Queen Of The Night Extended Mix
LINE UP: Will Gould voce, Ian Miles chitarra e backing vocal, Sean Scott basso e backing vocal, Hannah Greenwood tastiere, violino, chitarra, percussioni, backing vocal e in alcuni pezzi voce solista, Jake Fogarty batteria e percussioni, Lawrie Pattison chitarra
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