Quattordicesimo album in studio per i Tindersticks, originari di Nottingham, “cult band” della scena indipendente inglese. Al disco è stato dato il titolo di “Soft Tissue”, un vero capolavoro che emoziona al primo ascolto e che possiede una incredibile coesione interna sia sul piano lirico che musicale.
Il gruppo guidato da Stuart Staples non sbaglia un colpo e dopo “Distractions” del 2021, album discreto ma frammentario, porta a compimento un ulteriore ricerca verso nuovi spazi sonori, senza però mai rinnegare la sua natura, quella di una band volutamente silenziosa e non appariscente, che riesce però a far emergere sonorità affascinanti e dolcissime dal silenzio. Il disco è pregno di musica “soul” ad ogni solco, l’eredità americana è ancora una volta innegabile, l’atmosfera avvolgente propria del “Memphis Sound” è sempre riconoscibile, ma quello che sorprende di più sono gli arrangiamenti dei singoli brani: maestosi nella loro semplicità, una sorta di orchestra minimale che suona per una umanità dispersa, che cerca di riportare calma, serenità dove invece regna il disordine dell’anima.
“New World”, il primo singolo, il pezzo che apre il disco, è una meraviglia, con quei fiati lanciati verso il cielo, con quelle soluzioni musicali ipnotiche sulle quali si innesta, sommessa, la voce di Stuart Staples che canta “I won’t let my love become my weakness”( Non permetterò che il mio amore diventi la mia debolezza). Molto bella anche “Don’t Walk , Run”, una canzone che si distingue per una ritmica di base dettata dalle linee di una chitarra basso. Stupenda invece “Nancy”, una “slow ballad” preziosa e piacevolmente andante, immersa in una dolce malinconia, ben evidenziata dal canto di Staples, un “crooner” di prim’ordine. Ma il brano che veramente arriva a toccarti il cuore, fino alla commozione è “Always A Stranger”, una ballata triste che racconta di un amore non corrisposto, un pezzo evocativo con la sezione vocale ancora una volta in evidenza, un brano dotato di un “crescendo” fantastico che ti prende totalmente, che non ti molla più.
A seguire “The Secret Of Breathing”, altra composizione incantevole, che sembra sospesa nel vuoto ma che invece, nel suo incedere lento, conosce gli inserimenti di un violino e l’accompagnamento di un pianoforte che la portano a destinazione, a toccare le corde del cuore di chi ascolta. “Turned My Back” è un altro piacevolissimo tributo alla musica “soul”, mentre “Soon To Be April” è un’altra composizione speciale, che ti assorbe completamente, con una sezione d’archi che attanaglia l’anima, che sembra scritta apposta per dare conforto a quanti soffrono.
Un album incredibile, che riesce a trasformare in musica degli stati d’animo, un disco oscuro certo, forse anche un po' lugubre, è vero (infatti si esibiranno dal vivo a Parma il 31 Ottobre nell’ambito del Festival “Il Rumore del Lutto”), ma i Tindersticks non sono mai stati una band da intrattenimento, non hanno mai guardato al successo, alle classifiche di vendite. Trovare il modo per dare una consolazione interiore a chi ascolta, è questo il loro unico scopo.
Album da possedere ad ogni costo.
|