Nuovo album per il Muro del Canto, il sesto disco di inediti all’interno di una carriera lunga quattordici anni, prolifica e sempre in ascesa. L’album si intitola “La Mejo Medicina” in pratica la musica, l’unico rimedio alla recente crisi attraversata dalla band che ha portato all’uscita di due membri storici come Alessandro Marinelli e Alessandro Pieravanti.
Il resto del gruppo però non si è perso d’animo: la musica è vita e allora ha registrato con nuova energia, un nuovo album. Sono entrati a far parte del Muro due nuove musicisti: Edoardo Petretti alla fisarmonica, al sintetizzatore e alle tastiere, e Gino Binchi alla batteria. Sono andati ad affiancarsi al leggendario Daniele Coccia Paifelman, alla voce e autore dei testi delle canzoni, a Ludovico Lamarra, al basso elettrico, a Eric Caldironi, alla chitarra acustica e a Franco Pietropaoli, alla chitarra elettrica, che è stato anche il produttore dell’intero disco.
Ci sono piaciuti molto brani come “Montale”, il primo singolo tratto dall’album, cadenzato e potente, “Che te lo dico a fa’”, un pezzo corale e piacevolmente andante, con quel “a noi ce frega er core”, frase presa in prestito dalla sceneggiatura del film “Nell’Anno del Signore” di Luigi Magni e anche manifesto emotivo della storia del gruppo. Un disco impegnato, poetico ed anche molto naturo sul piano compositivo, un lavoro nato nella primavera del 2024 e terminato alla fine dell’estate.
“La Mejo Medicina” ha riscoperto le radici “indie folk” della band, ha mantenuto in parte il dialetto romanesco, ma ha dato sempre più spazio alla lingua italiana, anche perché il Muro è ascoltato e possiede un grande seguito in tutta Italia. La cultura popolare incontra la poesia, le parole delle canzoni raccontano il dolore e altre forti emozioni, ma al tempo stesso lasciano spazio alla speranza. “Sotto n’artro cielo” è una ballata lenta, ma molto intensa in cui la voce di Daniele Coccia dialoga con quella di Bianca Giovannini, figura storica della Banda Jorona. Molto belle e cariche di intensità anche “Aprile” e “Eppure Soffia”, una “cover” che vuole essere un tributo al grande Pierangelo Bertoli, uno dei maestri della canzone d’autore italiana.
“Minerva” è una ballata molto ben suonata e corale, che vede il contributo della brava Alessandra Arcangeli che canta la lotta delle donne contro il patriarcato. “Come l’antichi” riprende con gusto le tonalità scanzonate e irriverenti degli stornelli romaneschi. L’album si chiude con “La Bandiera”, uno “spoken word” che ha Daniele Coccia come voce narrante, un pezzo molto bello, che narra del percorso verso la libertà e la consapevolezza di sé di un bambino. Un brano che ha una coda strumentale dotata di un crescendo epico di grande pregio.
Un album perfettamente in linea con la tradizione musicale del gruppo, un disco onesto e sincero che aprirà al Muro del Canto le porte verso un pubblico ancora più vasto. Da ascoltare ad alto volume.
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