Nuovo album per i Wardruna, progetto musicale norvegese che nasce nel 2009 con l’intento di esplorare e di dare nuova vita alle radici folk locali. Il disco si intitola “Birna” ed è il loro sesto lavoro in ordine cronologico.
La band risulta composta da Einar Selvik, compositore, polistrumentista e voce solista, da Lindy Fay Hella, al flauto e alla voce, da Arne Sandvoll, alle percussioni e alla voce, da HC Dalgaard, ai cori e ai tamburi, da Eilif Gundersen, ai corni e ai flauti e da John Stenersen, alla moraharpa. Abbiamo a che fare con un disco complesso, oscuro, ma affascinante. Ci sono molti legami con la spiritualità nordica e con le iscrizioni runiche delle popolazioni antiche, che vengono elette a punto di riferimento simbolico e codice morale.
L’album è interamente dedicato alla figura della “Birna”, termine arcaico che sta a significare “Orsa”, vista come la guardiana dei cicli del Regno della Natura. Arpeggi acustici, intrecci di fiati e di corni con percussioni profonde, tamburi ossessivi e una vocalità solenne costituiscono i segni caratteristici del disco, espressione di una ricerca di un modo nuovo per conciliare Musica, Uomo e Natura. Dieci tracce originali, volutamente ripetitive e pesanti, un canto ispirato ed importante, che dà voce ad una interiorità di grande spessore. Una volta l’Orsa era temuta, rispettata, ora invece si tende a cancellarla o ad eliminarla dai nostri pensieri e da quei territori che invece le appartengono di diritto. Se cercate puro intrattenimento, cambiate pure genere musicale: questo album non fa per voi.
Se invece volete calarvi in una realtà diversa e siete disposti ad aprire la vostra mente verso una ritualità arcaica che si rivolge alla montagna vista come guaritrice di tutti i mali e che non considera gli animali selvatici oggetto di caccia, allora siate i benvenuti, perché il disco è bellissimo e raggiunge apici espressivi e corali di una bellezza assoluta, che mettono i brividi. Durante la registrazione dell’album i Wardruna sono ricorsi frequentemente al “field recording” e hanno utilizzato strumenti nuovi per riprodurre suoni antichi.
Il risultato è stato davvero eccellente e le armonie disegnate sul disco possono soddisfare sia i cultori del “neo folk” che gli appassionati di musica “ambient”, ma sono intimamente sicuro che anche gli appassionati di “heavy metal” troveranno nelle ambientazioni dure e pure delle nuove composizioni, pane per i loro denti.
Da ascoltare ad alto volume.
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