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Summer Cats
Songs For Tuesdays
2009
Slumberland
di Angelica Scardigno
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Non c’è un album più indicato di Songs For Tuesdays degli australiani Summer Cats, per quei pendolari, studenti e lavoratori che, giunti al martedì, già non ne possono più di una settimana lavorativa che sembra non finire mai e che li separa da un (estivo?) weekend soleggiato.
I Summers Cats hanno avuto la rara capacità, con sonorità movimentate e low-fi, di restituire un sorriso a chi di metropoli, smog e interrogazioni, preferirebbe una gita in campagna o meglio ancora una nuotata nel miraggio di un mare azzurro che si concretizza sotto le bracciate. Esordendo con Let’s Go, le cui chitarre dure sono una dichiarazione di guerra alla routine quotidiana, si passa a Hey You, che, con Super, non possono non ricordare i Pastels e forse anche i Blur nei loro tempi migliori. Fultun Gurls restituisce l’ascoltatore a ritmi più divertiti sottraendolo al piovoso britpop, aiutata da In June che, forte di una voce femminile che supporta quella maschile del cantante, ci riporta alla mente l’accoppiata Manic Street Preachers – Nina Persson di Your Love Alone Is Not Enough. Wilde Rice non può non stupire con un “organetto” riportato alla vita dopo un’esistenza condotta in oscure cantine in attesa di ritrovare gli splendori dei fluo anni sessanta, ma subito le note di Waking Up ci ricordano che sono oramai passati i tempi dei Jefferson Airplaine e che abbiamo “perduto il nostro sole” ma non la speranza di ritrovarlo.
Una banda di “scatenati gatti”, quella dei Summer Cats, che con questo album rinvigoriscono la speranza che giorni meno grigi ci attendono fuori dal lavoro, che l’indiepop non è morto, anzi, è più forte perché arricchito di sonorità vagamente più rock che conferiscono quella vena di scanzonata forza di cui forse si sentiva la mancanza.
Certo, nulla di radicalmente nuovo è stato proposto: ma in fondo costituisce il punto di forza della musica la capacità che ha di spalancare porte su nuovi sogni o parlare di illusioni perdute pur servendosi sempre delle stesse otto note. Let’s Go allora, verso nuovi orizzonti immaginari, e chissà, forse anche musicali.
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23/12/2009 -
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