Vexations è un lavoro ambiguo, troppo elegante, troppo lungo, troppo tutto. Grande varietà di strumenti, di note e di refrain salveranno solo in parte il destino di questo secondo lavoro del tedesco Konstantin Gropper, nato nel 1982, polistrumentista meglio conosciuto come Get Well Soon, pubblicato a due anni di distanza dall’album di esordio Rest Now, Weary Head!.
Pretenzioso, questo pop orchestrale risulta spesso ermetico, monotematico, forse a volte anche anonimo, se non per pochi pezzi che lasciano il segno (come We Are Ghost), che introducono in un mondo fatto da acrobati tristi e trampolini abbandonati (5 Steps – 7 Words), uno scenario grigio metallizzato dove angeli tristi tengono i capi chinati, e tanti sono i punti in comune con il cinema di Wenders, il quale scelse, per il suo ultimo film, Palermo Shooting, proprio questo musicista tedesco come curatore di parte della colonna sonora.
Il repertorio di ispirazione di questa ultima fatica di Gropper spazia dall’amore per il folk (Red Nose Day, A Voice In The Louvre), alle melodie di Patrick Wolf senza mettere da parte Morricone (Nausea, alcuni pastiche di We Are Free). Archi e fiati, accompagnati e sostenuti da una voce non sempre notevole per varietà di intonazione, fanno di questo album un concentrato di buoni intenzioni, tentativi di impressionare, generosità di melodie, ma avarizia di emozioni di tipo popular. Le numerose influenze e la miriade di situazioni che i pezzi creano, hanno un raggio d’azione talmente esteso da far perdere le coordinate musicali anche ai più raffinati cultori della musica, sballottando chi ascolta da sonorità di tango argentino ad ambienti stile Cielo sopra Berlino, a volte ricordando Cousteau, a volte Lou Barlow. Nemmeno i cenni di ritmi rock (Angry Young Man) sono in grado di riportare la situazione alla normalità.
La verità è che le cose semplici sono spesso e volentieri le più gradite, come gli spaghetti; universalmente riconosciuti come buoni perché dal sapore schietto e privo di sovrastrutture, rendono vane tutte le sottigliezze forzatamente intellettualoidi. Vexations ha voluto dare troppo in un tempo notevolmente esteso, il tutto con un insieme troppo eterogeneo di strumenti e tecniche, che allontanano l’arte dalla porzione più estesa del popolo facendo perdere il senso del termine pop ma mantenendo intatto quello della definizione orchestrale.
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