In cento film non si vedrà mai ciò che in una goccia di pioggia evocata dalle note di una canzone verrà raccontato. Goccia di pioggia che l’ultimo album dei Tindersticks, pubblicato a due anni dal precedente Hungry Saw, racconta insieme a mareggiate e giorni piovosi, viaggi vissuti chi per davvero, chi nel proprio io.
I Tindersticks sono la dimostrazione che è ancora possibile ascoltare musica di spessore e non di facile consumo, bella, evocativa, che ha la capacità di raccontare. Ambienti esistenzialisti che rievocano la Audrey Hepburn di Cenerentola a Parigi (non per nulla il disco è stato registrato tra la Francia e Bruxelles), le note di Falling Down A Mountain, insieme alla voce profonda di Stuart Staples, si insinuano come un assenzio che libera la mente trasportandola in un mondo frenetico e palpitante di vita. Con Keep You Beautiful, una canzone d'amore, il ritmo prende fiato trasportandoci su una spiaggia in balìa delle onde del mare: grigia, morbida, sconvolta da un vento nostalgico, trasporta in una dimensione per la sola coscienza, dove poter amare: ma, come diceva qualcuno, "non può piovere per sempre", ed ecco un’allegra Harmony Around My Table, che risolleva il morale e schiarisce il cielo dei sentimenti riportando alla memoria qualche sentore di Anni Sessanta melodici caratterizzati da cori e note moderatamente movimentate. L'alternarsi di emozioni proposto nella prima parte del disco si ripropone nella seconda: una marea del cuore, le melodie dei Tindersticks avanzano di un passo per ritirarsi due secondi dopo: raccontano della vita, degli alti e dei bassi, dei momenti di allegria, del jazz, dell'orchestrale e dell’indie, della musica e dell’esistenza senza risparmiarsi e battere ciglio. Non hanno paura di piangere quando il momento lo richiede, di ridere quando qualcosa suscita ilarità, di gioire quando l’opportunità si presenta. L’alternarsi di stili diversi ma comunque uniformi, fanno accomodare l’ascoltatore in un mondo lieto di accoglierlo, in cui non si sente estraneo ma simpatetico; viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda ascoltatore e musicista, con la benedizione di Leonard Cohen e forse, chissà, anche di John Coltrane.
L’orchestralità di Falling Down A Mountain non è anacronistica ma “sempre verde”, ed ha la stessa forza evocativa di un libro perché, nonostante la pioggia, ci ha portati a Parigi, su di una spiaggia, in Messico, in treno. E’ quando la musica fa sognare che ha fatto il suo dovere.
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