Ormai possiamo tranquillamente gridare al miracolo, sì perché di questo di tratta ogni volta che esce un nuovo album di Iggy Pop, ogni volta che lo ascoltiamo e cerchiamo di collocarlo bene all’interno della sua lunga carriera artistica, della sua vita da “rock ‘n’ roll soldier”.
Ricordo che nel 2016, subito dopo la pubblicazione di “Post Pop Depression”, Iggy dichiarò che quello sarebbe stato il suo ultimo album. Un lavoro eccellente, un bel modo di dire addio. Invece nel 2019 esce “Free”, disco raffinato, molto riflessivo e con una ambientazione sonora a metà strada fra la musica “ambient” e il jazz. Beh, è stata una cosa diversa, un progetto estemporaneo. Poi c’è stata la pandemia e subito dopo un tour, estenuante e fantastico, in cui Iggy non si è di certo risparmiato. Nel mese di Ottobre viene annunciato un nuovo album: chiedo conferme, tutto vero! Ebbene a 75 anni compiuti l’Iguana, the Man of Detroit trova ancora l’energia e la voglia di mettersi in discussione e di affrontare il giudizio del pubblico!
Il disco si intitola “Every Loser” e si tratta del diciannovesimo album in studio come solista dell’ex “vocalist” degli Stooges, gruppo storico della scena rock americana. Iggy lo ha inciso per Gold Tooth Records, la nuova etichetta fondata da Andrew Watt, produttore dell’ultimo album di Ozzy Osbourne. Lo stesso Watt ha suonato la chitarra elettrica in sala di incisione, insieme a vecchi amici dell’Iguana, gente esperta e di provata fede come Duff McKagan dei Guns N’Rose, al basso, e Chad Smith, dei Red Hot Chili Peppers, alla batteria. A loro si sono aggiunti “special guest” del calibro di Dave Navarro e Chris Chaney, dei Janes’Addiction, di Josh Klinghoffer, chitarista che ha fatto la spola fra RHCP e Pearl jam, di Stone Gossard, dei Pearl Jam, di Travis Barker dei Blink-182 e del compianto Taylor Hawkins, batterista dei Foo Fighers, ospite su due brani.
Gran parte del disco è stata registrata in tempi diversi, durante la pandemia, per poi essere assemblata adesso, con una aggressività ed un fragore che segnano il ritorno di Iggy Pop a quel rock barbaro e primordiale che fece conoscere al mondo con i suoi Stooges. “Every Loser” è un disco veramente bello, intenso e intelligente, che rappresenta sì un ritorno alle radici, ma che non fugge da quelle forme più liriche e meditative che hanno segnato i suoi lavori più recenti. Un album molto vario quindi che parte a velocità folle con “Frenzy”, il primo singolo, in cui Iggy grida “Shut Up and Love Me” all’interno di un punk rock frenetico e vibrante; si prosegue poi con “Strung Out Johnny”, secondo singolo, una ballata oscura, ma ben cadenzata ed elegante, di certo uno dei pezzi trainanti del disco.
“New Atlantis” è una canzone carica di atmosfera, in crescendo, che viene impreziosita dalla voce inconfondibile di Iggy, da brividi, come al solito. Ma ecco che arrivano le schegge elettriche di “Modern Day Rip Off”, un heavy blues mescolato con l’hard rock , un pezzo selvaggio, aggressivo e altisonante, che dimostra come l’età avanzata sia solo un dettaglio per Iggy, che non ha perso la voglia di contestare questa società moderna, per tanti aspetti ipocrita e ingiusta. “Pensavo che dopo i 65 anni avrei iniziato a calmarmi” ha dichiarato Iggy “Ma evidentemente non era quello il momento, non faceva al caso mio ”.
Le chitarre si sovrappongono in assoli mozzafiato e tonanti, non c’è un attimo di respiro: energia pura, “raw power”, ancora una volta, e per sempre! “Morning Show” è invece una “super ballad”, raffinata e profonda, che riporta agli insegnamenti di Bowie, al periodo berlinese e anche al precedente “Free”: una canzone che tocca corde molto intime, una melodia semplice, ma che resta dentro. L’atmosfera jazzata di “The News For Andy” e l’inquietante “My Animus Interlude” sono i due “spoken word” inseriti sul disco: esecuzioni brevi ma molto indovinate. Su “Neo Punk” si torna salire di ritmo: un pezzo veloce e divertente, in perfetto stile Blink-182, un brano che prende amabilmente in giro la Gucci Gang e tutti quelli che arrivano al successo rapidamente e senza sforzi.
Le bordate chitarristiche di “All The Way Down” mettono insieme rock e heavy metal, sono determinate e potenti, sono una minaccia diretta contro il Potere, come ai vecchi tempi, ma con maggiore tecnica, stile e potenza di fuoco. “ Comments” e “The Regency” sono i due brani registrati con Taylor Hawkins: compaiono verso la fine dell’album e quel rullare ossessivo e incalzante della batteria costituisce la prova della abilità e della tecnica del giovane musicista scomparso. “Fuck The Regency” è l’urlo finale, compulsivo e vibrante, con cui si chiude il disco. Questo il messaggio finale di “Every Loser (needs a bit of joy)”, un album che restituisce vitalità e gioia in una scena musicale povera di emozioni vere e di scariche di energia positiva.
La copertina del disco è stata disegnata da Raymond Pettibon, noto per i suoi lavori con i Sonic Youth e i con i Black Flag. Album fortemente consigliato, da possedere ad ogni costo.
Articolo del
06/01/2023 -
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