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SAYA GREY – ‘You, A Fool‘
L'anno scorso, l'artista giapponese-canadese Saya Gray ha pubblicato un EP di 7 tracce chiamato “QWERTY”: non solo un insieme di musica, ma una dichiarazione di intenti di ciò che sarebbe successo. Evolvendosi oltre l'audio, il progetto ha abbracciato l'arte visiva, co-creata con la sua partner creativa di lunga data Jennifer Cheng, insieme a una serie di affascinanti performance dal vivo notevoli per la loro intimità. Il 28 marzo, ha visto l'uscita del successivo capitolo del suo viaggio: ”QWERTY II”. Nate dai lunghi periodi del 2023 trascorsi in isolamento studioso e da un profondo disagio riguardo all'invasione del mondo digitale, le 7 tracce dimostrano perfettamente le sue composizioni straordinariamente dettagliate. Parlando della nuova uscita e della sua relazione con ciò che è avvenuto prima, Gray la descrive come "una raccolta di idee e collage messi insieme come lo ying allo yang della prima metà". Il sequel mantiene il suo approccio distintivo, simile a un album di ritagli, alla creazione di musica: la strumentazione dal vivo si affianca all'interferenza computerizzata mentre vediamo il tentativo di Gray di separare l'umano dagli uno e dagli zeri.
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MT Jones – ‘All I Do’
MT Jones, une delle voci più fresche della scena soul inglese, pubblica il nuovo singolo ’All I Do’, uno sweet soul che mette in risalto la sua voce caratteristica e con cui annuncia il suo primo EP in arrivo a settembre, fresco di ritorno da un tour europeo in supporto a Jalen Ngonda. Di questo singolo rimarca: “questa è una canzone d'amore ma anche una scusa. Spesso ti perdi in una situazione ed è solo quando fai un passo indietro e la guardi attraverso una lente più ampia che le cose reali a cui tieni veramente vengono in primo piano”. MT Jones trae ispirazione dai grandi del soul degli anni '60 e '70 fino al moderno R&B e al jazz, evocando un suono contemporaneo e senza tempo. La sua voce profondamente piena di sentimento e distintiva ti trasporta direttamente in un parlato profondo, portando allo stesso tempo un suono fresco e innovativo. ‘All I Do’ è la title track dell'EP omonimo di debutto di MT Jones che contiene altre 3 tracce che mettono in mostra la sua capacità di scrivere canzoni di livello mondiale e la sua abilità vocale distintiva in un pacchetto rinfrescante e altamente memorabile. Il singolo è stato scritto insieme al pluripremiato cantautore/produttore Jonathan Quarmby (Lewis Capaldi / Tom Walker).
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RATS-TAILS – ‘Flowers’
Il quintetto “Dream Rock” Rats-Tails condivide il nuovo brano ’Flowers’ uscito il 10 aprile. Seguendo senza soluzione di continuità tra folk psichedelico, dream-pop e indie-disco graffiante - il tutto in un viaggio labirintico ma disinvolto di 4 minuti - la struttura elastica di ‘"Flowers’ è ugualmente abile negli assolo di chitarra e nel suono del clarinetto. Con la voce acrobatica di Courtney McMahon come faro unificante della traccia, ‘Flowers’ sboccia con una narrativa di formazione redentrice; riscoprire se stessi e prosperare nel cambiamento, come spiega la stessa McMahon: " -Non conoscerai mai tutti i fiori alla lettera-, è stata la mia risposta a un ex partner di lunga data che ammetteva di amare ‘l'idea’ di me, piuttosto che la mia realtà. Dopo aver elaborato la fine di questa relazione e il peso della sua misoginia, ho iniziato un viaggio alla scoperta di cosa desidero fare nella vita. 'Flowers' riguarda l'abbracciare la tua metamorfosi personale: le parti brutte e belle di te e la tua storia. Il suono del brano riflette quella metamorfosi: è così colorato, pieno di colpi di scena. Gioca con i generi, dando vita a una canzone sognante e caotica sull'abbracciare il viaggio della vita. ‘Flowers’ è un brano fantastico da eseguire dal vivo, non posso fare a meno di ballare con la band e il nostro pubblico. Dimentico che il brano nasce da un momento di misoginia”.
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A. SAVAGE – ‘I Can't Shake The Stranger Out Of You’
Durante il tour con la sua band dal vivo a sostegno della sua recente pubblicazione “Different Songs About Fire”, A. Savage è stato invitato a trascorrere una giornata di registrazione al Loft Studio di Wilco a Chicago. Il risultato sono le ”Loft Sessions”, tre cover scelte con amore - della leggenda country Johnny Paycheck, del guru della psicologia Kevin Ayers e dei luminari queer Lavender Country - nonché una brillante rielaborazione di un originale di A. Savage. Savage dice dell’EP: “La band dal vivo con cui suono sono davvero alcuni dei migliori musicisti in circolazione in questo momento. A sostenermi durante il viaggio ci sono i membri di Sharpie Smile, Modern Nature, White Fence e Sunwatchers. Sono tutti musicisti e persone favolose, con cui amo stare, in un furgone e sul palco. È diventato subito evidente durante il mio tour lo scorso autunno che questa band era fenomenale e doveva essere documentata, quindi quando siamo arrivati a Chicago e abbiamo ricevuto un generoso invito a trascorrere una giornata di registrazione al Wilco Loft, ho colto al volo l'occasione. Questo studio è un posto davvero speciale in cui ho avuto la fortuna di registrare in precedenza, e ogni visita è una gioia. La canzone ’I Can't Shake the Stranger Out of You’ dei Lavender Country è una di quelle che ho in tasca da un po' e che tiravo fuori di tanto in tanto suonando da solo in acustico, ma non avevo mai fatto con un band prima di quel giorno al Wilco Loft. Tutti l’hanno imparata abbastanza velocemente e la parte di ognuno è il proprio contributo all’arrangiamento. L’abbiamo suonata dal vivo per la prima volta la sera successiva all’Empty Bottle di Chicago, e da allora è sul set.”
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PAINTED VEIN – ‘Lay Down’
Fuori per WWNBB Collective e AWAL/Sony, ’Lay Down’ è il primo singolo estratto dall'album d’esordio di PAINTED VEIN, progetto solista del polistrumentista, produttore ed ingegnere del suono Andrea “Fox” Volpato, già noto per il suo background ricco di collaborazioni musicali internazionali, tra cui l’attuale lavoro con l’artista statunitense MØAA e, precedentemente, con i New Candys come chitarrista e seconda voce e con i Love In Elevator come batterista e produttore. Scritto durante la pandemia, il brano funge da pillola nostalgica capace di confortare l'anima e condurre in un "posto sicuro" attraverso un viaggio di pensieri espressi tramite il testo, che manifesta il desiderio dell’artista di aprirsi al mondo connettendosi con le persone che stanno lottando sul nostro pianeta. Il pezzo è accompagnato anche da un videoclip ufficiale registrato nella foresta di Seattle durante un tramonto su un lago ghiacciato, che è stato presentato in anteprima esclusiva su Post-Punk negli Stati Uniti e su Rumore in Italia.
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VALERIA STURBA – ‘Occhio’
Valeria Sturba è una piccola epifania per chiunque l'abbia vista sul palco in una delle sue incarnazioni musicali: abile nel suonare innumerevoli strumenti, diplomata in violino, virtuosa del theremin, manipolatrice di tastiere e synth, creatrice di giocattoli sonori, è l'epitome dell'artista che spazia tra generi e discipline con l'estro dell'inventore naturale e giocoso. Il suo primo album da solista distilla in una tracklist di “vere canzoni” la sua attitudine alla sperimentazione musicale minimalista e ce la offre nelle vesti di cantautrice, che prendendo spunto da esperienze personali, dà vita a racconti ricchi di magia e tenerezza. Per il suo nuovo disco ha interamente scritto e registrato i brani nel suo studio casalingo, facendo poi una tappa nello studio “L'amor mio non muore” per il lavoro su suoni, reamp e passaggi su nastro. Vari brani sono puntellati dalla presenza di alcuni collaboratori, scelti tra musicisti di rango con cui ha lavorato in altre occasioni. Della lista fa parte ovviamente Vincenzo Vasi (che divide con Valeria l'insegna OoopopoiooO), ma troviamo anche Giuseppe Franchellucci al violoncello, Stefano Pilia alla chitarra e al basso, Bruno Tomasello alla chitarra battente, così come incontriamo i fiati di Enrico Gabrielli e la batteria di Fabio Rondanini e Filippo Sala. Valeria assortisce una parata di storie e creature fantastiche, nate nella sua immaginazione infantile ma permeati di consapevolezza adulta. I testi appaiono cesellati in ogni sillaba, come se un flusso di gigantesca fantasia fosse fatto passare per la cruna di un ago, con cui ricamare miniature preziose. Sue sono le illustrazioni che decorano l'artwork del disco, una espressione liberatoria tanto quanto i testi delle canzoni, un corredo di immagini ricorrenti, in alcuni casi richiamate anche nei brani, che rende “Le Cose Strane” un lavoro ancora più personale e potente.
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