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Poche commedie riescono davvero a colpire nel segno, regalandoci un paio d’ore spensierate in cui prevalga un bonario sorriso, privo di nascosti sentimentalismi e che non trasporti in sé messaggi pedagogici – se pur toccanti e validi. E’ raro cioè trovare una commedia che sia fine a sé stessa e che pur faccia ridere, i fratelli Coen ce la regalarono nel 1998 con “Il grande Lebowski”, un film bellissimo ed esilarante. Così all’uscita di “Prima ti sposo…”ci si aspettava un’altra gran bell’opera, una commedia scanzonata eppure divertente. Invano purtroppo! Le sale infatti si stanno riempiendo ma c’è giusto qualcuno che ride (per non piangere), qualcuno che aspetta, qualcuno che dorme. E la commedia non è arrivata. Bastano un Gorge Clooney, che non fa altro che guardarsi i lucidi denti, basta una stupenda Catherine Zeta Jones, bastano palazzi e ville lussuose per farci dimenticare del distratto e robusto Lebowski per farci scordare che il nostro gusto artistico esige di essere alimentato e stimolato? “Prima ti sposo…” è la storia di una bellissima donna, Marylin,(Catherine Zeta Jones), arrivista, che va alla caccia di uomini ricchissimi da sposare e da cui divorziare dopo pochi mesi. In una delle sue cause legali si incontra/scontra con l’avvocato Miles Massey (George Clooney) che designa a sua prossima vittima. Bellissimi i palazzi e le stanze in cui si svolgono le varie scene, fastosi tutti gli ambienti, peccato che non acquistino alcuna funzionalità artistica se non la mania hollywoodiana (e americana?) di riempire gli occhi con immagini rappresentanti agiatezza. Famosi gli attori ma i loro personaggi sono pessimi, non tanto piatti quanto sciocchi e vuoti, senza peculiarità e senza sostanza. Portano dietro la telecamera solo la loro bella presenza. Le scene scorrono senza colpire nel segno, la trama è inconsistente e, in molti casi, inverosimile, non c’è nessuna introspezione, nessuna cura del dettaglio, nessuna ricerca d’ironia che si possa definire approfondita. Fare un film dovrebbe significare studiare ogni suo elemento, lavorare sulla sceneggiatura, sulla fotografia, ecc., questo non vuole dire che ogni lungometraggio o cortometraggio debba essere un capolavoro, ogni tanto ci vogliono film che non abbiano troppe pretese. Per questo abbiamo nostalgia della semplicità del grande Lebowski.
Articolo del
27/10/2003 -
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