|
La “sera dell’appuntamento” del titolo originale farebbe pensare ad un film romantico, invece è un simpatico buddy movie, (una pellicola in cui è protagonista una coppia, per lo più di amici, in questo caso speciale di coniugi); ne scaturisce una commedia vivace e ricca di azione, dominata da due pezzi da novanta della comicità televisiva americana...
I Foster, coppia di quarantenni del New Jersey, ormai bollita dalla routine, tentano di rivivacizzare il proprio matrimonio con una cenetta nel ristorante più lussuoso della Grande Mela; non trovando posti a sedere, decidono di usufruire della prenotazione di un’altra coppia forfettaria. Lo scambio di identità renderà la loro serata un inferno, dato che scopriranno presto che sono in molti a volerli morti...
I coniugi sono Steve Carell e Tina Fey, nomi che in Italia stentano a farsi strada, mentre negli USA fanno letteralmente la storia della TV comica, con le loro rispettive, geniali e superpremiate serie, The Office e 30 Rock. Nonostante però entrambi, soprattutto Carell, si siano già ripetutamente affacciati al grande schermo, il problema che affligge la comicità televisiva è sempre lo stesso (e anche l’Italia non fa eccezione): ciò che funziona in TV (o in teatro), dove i tempi sono strettissimi e l’habitat dell’artista gli viene cucito addosso con maestria, non necessariamente continua a funzionare in un film cinematografico, dove l’esigenza di creare una narrazione coerente di circa due ore, tende ad annacquare la verve creativa di un comico. La libertà creativa, e ultimamente anche la sempre maggiore spregiudicatezza del mezzo televisivo, hanno permesso a molti artisti di rifugiarsi nella TV, cui sono estranee le elefantiache sovrastrutture hollywoodiane.
Puntualizzato ciò, pur con i suddetti limiti, Notte folle a Manhattan è grazioso e divertente; Carell e Fey sono una coppia affiatata e molto espressiva, che sa spaziare dallo slapstick (la ripetuta gag del marito che lascia sempre i cassetti aperti, con ovvi risultati, è impagabile) ad un turpiloquio infantilmente creativo (anche se sarebbe interessante ascoltare i dialoghi originali per determinarlo meglio); il racconto, piuttosto prevedibile (la coppia in crisi ricementata dalle avversità), è sostenuto interamente dalle trovate comiche dei protagonisti: e dico “trovate” non casualmente, dato che per dichiarazione degli attori e del regista (Shawn Levy, Una notte al museo) amplissimo spazio è stato dato all’improvvisazione, cosa che si coglie anche dalle papere del film, visibili, come moda cinematografica ultimamente impone, durante i titoli di coda. L’improvvisazione comica è una delle più antiche e gloriose discipline della commedia, e chiunque abbia il dono di tale abilità merita grande rispetto: in una realtà hollywodiana moderna dove ben poco viene lasciato al caso, a noi piace la old school... VOTO: 2,5/5
Articolo del
31/05/2010 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|