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E’ difficile immaginare cosa abbia spinto Jerry Bruckheimer, reduce dalla serie I Pirati dei Caraibi (vera e propria gallina dalle uova d’oro), a puntare tutto su un brand come Prince Of Persia così difficile da immaginare vincente già dai blocchi di partenza. Una serie di videogiochi, che fa della pura azione e della acrobazie spettacolari il suo marchio di fabbrica sembrerebbe ben adattarsi al ruolo di blockbuster plurimilionario. Ma in realtà, anche se rivitalizzato nel 2003 dalla francese Ubisoft con un paio di ottimi titoli, il marchio è già caduto nella sua fase peggiore, se non mediocre, da anni con una sequela di schifezze poco apprezzate sia dalla critica che dal pubblico. Insomma, il tempismo di Bruckheimer non sembra essere stato dei migliori.
Come rendere allora valido, per i palati sempre più esigenti degli spettatori cinematografici odierni, un prodotto che parte da tali e poco incoraggianti premesse? Ma, ovviamente sbagliando completamente il casting e scrivendo, ispirata a grandi linee da quelle dei videogames, una trama scipita ed inutile! Proprio un bel lavoro. Ed una conferma del fatto che questo progetto non si doveva fare e che Bruckheimer probabilmente ha preso troppo sole sulle isole dei pirati. Jake Gyllenhaal è un buon attore e tutti noi abbiamo negli occhi, vivide, le splendide performances in Donnie Darko e Brokeback Mountain. Ma, detto sinceramente, vederlo agitarsi nei panni del valoroso principe Dastan fa piuttosto ridere, e non restituisce nessun senso di epicità e valorosità. Non che il personaggio dei giochi fosse caratterizzato chissà come, ma certamente si poteva optare per scelte più azzeccate. Fosse solo questo il problema. Già, perché anche Ben Kingsley è tanto pessimo nel ruolo di nemesi, quanto il suo personaggio è scritto male. Quasi quanto la monoespressiva Gemma Arterton (la principessa Tamina).
Tra salti nel tempo gestiti in modo approssimativo, senso dell’humour vagamente irritante e le sequenze acrobatiche e di battaglia peggio scritte negli ultimi dieci anni, è evidente come il prodotto tenuto in piedi dal regista Mike Newell, marionetta in mano alla produzione, abbia più buchi del formaggio svizzero e sia, in conclusione, da evitare come la peste.
Elementi positivi? Probabilmente la Disney, in seguito ai mancati incassi, ha intenzione di non farne un seguito!
VOTO: 1/5
Articolo del
07/06/2010 -
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