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Sean Penn è oramai una certezza, un attore di esperienza, di carattere e di grande professionalità, uno che il cinema lo ha penetrato nel suo intimo, analizzato nelle viscere e vissuto nel profondo. Clint Eastwood è sempre stato un bravissimo attore ed è un regista senza timori. Mystic River è infatti un film ambizioso e difficile, dalle tematiche profonde quanto delicate, in cui Sean Penn dà per l’ennesima volta una grande prova di sé e Eastwood lo affronta nel migliore dei modi, “rasentando addirittura il capolavoro” (da La Repubblica). ------- In una Boston di luci, benessere e sottoborghi, tre amici ancora fanciulli si incontrano per incidere sui marciapiedi delle loro strade i loro nomi: Sean, Dave e Jimmie. Di quei ragazzi non resterà nient’altro nei decenni successivi. Uno di loro infatti viene sequestrato da due finti poliziotti, segregato in uno scantinato e violentato per quattro giorni; la sua fuga dai due aguzzini rappresenta l’inizio di un’oscurità che invade la sua esistenza e quella dei suoi due amici, lasciando spazio solo all’eco del silenzio. Tutti e tre i ragazzi rimangono infatti segnati da un episodio che, nella sua orripilante violenza, ha anche un ché di fatale: i due uomini potevano infatti portare via uno qualsiasi di loro ma il destino ha scelto Dave (interpretato da un eccellente Tim Robbins). Come sempre più frequentemente accade la vittima è costretta, se pur la giustizia condanna i suoi violentatori e la morte li porta con sé anzitempo, a fare finta che niente sia accaduto e a condurre la vita di un altro Dave; anche Jimmie e Sean restano sconvolti da un destino che li ha appena sfiorati e che proprio per questo continua a tormentarli. Mystic river è il fiume purificatore nei cui riflessi i tre giovani si perdono, cercando una via che li liberi dalle proprie colpe. Colpe che si intrecciano con il destino e con le responsabilità di ognuno in storia in cui domina una sentenza di condanna. L’uccisione di Kate, figlia di Jimmie, dà vita ad un giallo che si snoda piano piano e che porta a galla vari elementi: passato, paure, giustizia sommaria, sensi di colpa, impotenza. Sean (Kevin Bacon), diventato poliziotto, indaga sull’omicidio, lottando contro la propria partecipazione sentimentale all’accaduto e convivendo con un silenzio familiare che lo sovrasta. Il giallo diventa così sia trama che pretesto per parlare d’altro: del diverso che è divenuto Dave, dei pregiudizi, delle facili accuse; del solitario Sean che porta avanti i suoi monologhi con la moglie; dell’imprenditore Jimmie, ex galeotto e uomo d’onore. Ma anche della tragedia della morte di un figlio, della violenza sessuale di cui non ci si libera e del silenzio che devasta i propri sentimenti e il proprio spirito. ------ L’America, lo scenario di queste vicende, trascina con sé anime frastornate da eventi più grandi di loro, ma anche da responsabilità non assunte, da peccati (o qualcosa di presunto tale) da espiare e da purificare, arenata fra passato e futuro, come in una parata (si veda ultima scena) in cui tutto scorre, qualcosa sfugge e qualcuno manca.
Articolo del
31/10/2003 -
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