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Joe Carnahan
A-Team (The A-Team)
Azione, Avventura, Commedia, durata: 121’ – U.S.A.
2010
Dune Entertainment, Scott Free Productions, Stephen J. Cannell Productions, 20th Century-Fox Film Corporation / 20th Century-Fox
di
Omar Cataldi
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Basterebbe riflettere su questo: non c’è spettatore televisivo che non sappia fischiettare alla perfezione, dopo averla ascoltata anche una sola volta, la simpatica sigla dell’A-Team, per testimoniare di fronte a quale cult degli Ottanta ci troviamo di fronte. Non è solo una musichetta orecchiabile: nella storia dei quattro ex commilitoni, ingiustamente condannati, che si danno alla macchia e aiutano i bisognosi in giro per gli Stati Uniti, c’è una sorta di bonaria rivalsa contro le ingiustizie, e un ottimismo fiducioso e smagliante come una chioma cotonata...
Chi non ha mai guardato, anche distrattamente, le vicende del machiavellico colonnello Hannibal Smith (“Adoro i piani ben riusciti!”), dell’aitante imbroglione Sberla, del folle pilota Murdock, e del forzuto e burbero afroamericano P.E. Baracus (interpretato dalla star-cometa di Rocky III che tutti rimpiangono, Mr. T); il pubblico ha goduto a lungo, tra l’83 e l’87, dei loro piani ben riusciti, delle loro sparatorie che non uccidevano nessuno, e delle botte senza lividi.
Il rischio di una trasposizione cinematografica, semplicemente immancabile viste le sempre maggiori interazioni tra piccolo e grande schermo, era che andasse a cancellare proprio questo alone di ingenuità caratteristico dell’originale, sostituendolo con pesanti iniezioni di sesso e violenza. E sono state proprio queste le critiche mosse alla pellicola appena uscita da alcuni membri del cast originale: niente di più errato. Il film di Joe Carnahan (Smokin’ Aces) riesce a coniugare molto bene la lineare semplicità della matrice, rispettandone le caratteristiche, ed eventualmente aggiornandole con guizzi di inventiva tutta contemporanea: il nuovo Baracus (il lottatore Rampage Jackson) non pronuncia mai la frase-tormentone “I pity the fool” (“Mi fa pena il folle che...”) che rivolgeva ai suoi avversari, ma più semplicemente si è tatuato sulle nocche “Pity” e “Fool”. I famosi piani d’attacco congegnati da Hannibal poi, fulcro della serie, sono qui sempre resi da un formidabile montaggio alternato (magie del grande cinema!), che ne mostra in successione la spiegazione e l’immediata realizzazione punto per punto, con entusiasmanti salti temporali...
Ne risulta un film d’azione spedito e grandioso, condotto con i mezzi inesauribili di Hollywood, con un cast saporito e affiatato che riesce a replicare piuttosto bene in battibecchi di venticinque anni fa. E come se non bastasse, il grande schermo riesce ad offrirci l’episodio che mancava alla serie originale: il primo incontro tra i mitici quattro, il loro arresto e l’evasione... cosa può volere di più un fan? Forse i nostalgici del cinema (e della tv) di un tempo potrebbero volere solo una frecciatina sarcastica nei confronti del 3D... c’è anche questo! Il folle Murdock, rinchiuso in un manicomio criminale, viene fatto evadere dal team proprio durante la visione di un film in 3D, e l’automobile in avvicinamento proiettata sullo schermo diviene un mezzo blindato che sfonda la parete… non è quello, mutatis mutandis, che temevano gli spettatori dei fratelli Lumière, nel cortometraggio del treno che arriva alla stazione?
VOTO: 3,5/5
Articolo del
25/06/2010 -
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